Si svegliò intorno alle 7:00 con la sigla prepotente del notiziario "24 ore su 24" trasmesso dalla sua televisione che per tutta la notte era rimasta accesa: "Babylon 36 è in procinto di partire per Marte" diceva il rosso lampeggiante della breaking news. Come gli capitava da qualche mattina a questa parte, forse per colpa dei suoi settantasette suonati, si ritrovava ad osservare con un misto di amarezza e stupore le linee di sole tratteggiate dalle fenditure delle tapparelle mal chiuse. Quell'immagine era rimasta identica a quella di tanti anni prima, circa trentatré. Tutto il resto però era cambiato ad una velocità impressionante - da qui lo stupore - e per di più era domenica - da qui l'amarezza.
Se una cosa era davvero cambiata, era proprio la domenica. Tempo prima quegli stessi raggi che filtravano nella stanza sarebbero stati parte del quadretto mattutino, insieme al caffè zuccherato fuori norma per concentrarsi meglio, preludio ad una veloce rilettura delle note affannosamente terminate la sera prima. Poi dopo essersi lavato e vestito, non senza aver tentato almeno due volte di annodarsi la cravatta decentemente, cosa che non gli era mai stata facile, avrebbe afferrato la Parola di Dio con la presa orgogliosa di un corazziere che prende la sua spada e poi si sarebbe gettato giù, in strada, con la scritta "La Sacra Bibbia" in bella vista, per non nascondere chi lui fosse nemmeno nel breve tratto che lo separava dall'auto: un pastore cristiano bramoso di predicare il messaggio che Dio gli aveva fatto ardere in cuore per tutta la settimana.
Poi avrebbe parcheggiato l'auto e a passi svelti, sfidando la brezza mattutina, avrebbe visto quella chiesa, ancora chiusa, immobile, in attesa che qualcuno la rendesse viva col suo ingresso. Poi l'ufficio chiuso a chiave, le ginocchia a terra e la preghiera a Dio di essere con lui, perchè tutte le sue parole sarebbero state vane se lo Spirito non le avesse adombrate.
Poi la gioia di un bambino nel sorprendersi, ancora una volta, che Dio era stato con lui, lo aveva sostenuto e che lo Spirito Santo aveva operato.
"Chiesa", "sermone", "domenica", "Bibbia", "pastore", erano tutte parole che il semplice elencarle a quel tempo sarebbe bastato per evocare nell'uomo comune l'immagine di una serena congregazione che si riuniva settimanalmente per celebrare in piena libertà il suo vero e unico Dio: Gesù Cristo.
Ma tutto era cambiato. Ormai l'elenco di quelle parole significava per lo più evocare nell'uomo comune l'immagine di una comunità di folli, pericolosa per la società, per i diritti dell'uomo, per il genere umano, per la quale il solo citare termini quali "peccato" o "depravazione" significava finire davanti ad un tribunale per il reato di discriminazione o incitamento all'odio. Le maggiori istituzioni religiose dell'epoca, incredibilmente avallarono queste argomentazioni persecutorie. Il motivo fu chiaro solo in seguito: l'egemonia religiosa. In cambio della rinuncia ad alcune convinzioni predicate per secoli sulla verità e sul peccato, nel nome della misericordia, della tenerezza e dell'amore si diede vita alla cerchia dei "buoni", ottenendo che lo Stato perseguitasse automaticamente chi da quella cerchia si tenesse fuori.
Quelli erano "i cattivi", nemici della "tolleranza e dell'accoglienza" che predicavano pericoli sociali come "la verità assoluta" o la "fedeltà alla Parola di Dio". Il tutto non senza strumentalizzare gli atti terroristici di frange religiose davvero violente. Invece di preoccuparsi di accusare la menzogna che predicavano quelle frange, si preferì accusare la verità che combattevano.
Tuttavia le organizzazioni religiose dell'epoca ne uscirono con le mani pulite: in fondo era lo Stato a mettere in prigione, non loro. Anzi si cattivarono il mondo intero dicendo di non voler esercitare ingerenza sullo Stato laico rispettando le sentenze dei tribunali.
Con amara ironia il pastore ricordò quando il problema maggiore nelle chiese fosse il disciplinare chi si diceva pastore senza esserlo affatto. Ovvio che fosse così. In quel tempo la chiesa era un luogo appetibile: potevi finire sulle radio, sulla televisione, potevi diventare conosciuto e magari famoso e ricco grazie a programmi, libri, dischi. Ora il problema era tutto l'opposto: trovare chi volesse fare il pastore. Ora non finivi più sui programmi radio e tv ma in galera. A settantasette anni, di pastori non ne conosceva più. Di quelli fedeli che conosceva personalmente lui era l'ultimo e gli altri semplicemente non erano pastori di Cristo ma pastori di quello strano dio detto "uomo".
Il cristianesimo sui media si dava per morto e lo spacciavano così, in algor mortis, volentieri come a festeggiarne l'evento. Al contrario si parlava di quell'unica grande religione globale, sotto la quale si erano radunate tutte le visioni e le dottrine della vita, compresa quella ateistica, con cui combattere gli ultimi estremisti o fondamentalisti cristiani che predicavano ancora assurdità come "l'esclusività e l'unicità della Verità di Cristo" o altri messaggi in cui si nominavano "peccato" o "conversione" ritenuti nocivi e dannosi per la società moderna.
Tra questi pastori messi al bando c'era lui. Ne aveva vissute tante di difficoltà eppure il Signore gli era sempre stato accanto. Malgrado l'età non aveva potuto dimenticare che più il mondo aveva cercato di uccidere la sua testimonianza, più Dio aveva rivelato il Suo braccio potente. Ma lo aveva fatto in modo tale che i suoi nemici quella potenza, non potessero vederla, come se ancora non fosse il momento, come se Dio desiderasse che l'illusione del mondo di poterLo vincere lievitasse a dismisura, fino all'apice finale.
"Sì... ma fino a quando Signore?" - si ritrovava spesso a chiedere.
E quella domenica mattina, in attesa che i suoi pochi fedeli lo venissero a trovare a casa, non fece eccezione. Fu allora che la luce nelle fenditure della tapparella si fece intensa e che dal clamore proveniente dall'esterno capì che qualcosa stava accadendo, qualcosa di grosso. Stava per tirare la cinghia della tapparella e fu allora che udì la risposta alla sua domanda da una voce dietro alle sue spalle: "Fino ad ora".
Ora la televisione dava un'altra drammatica breaking news: "Babylon 36 ha fallito la sua missione e si è schiantata a terra". Poi più nulla.
Babylon 36 era finita, iniziava la Nuova Gerusalemme.
Alessandro Lilli
05 novembre 2014
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