in allegato PRIMIZIE di Dicembre 2014 con gli appuntamenti della chiesa
In Genesi 26:13 è narrato che quando Isacco cominciò a prosperare grandemente, i filistei cominciarono ad invidiarlo. Così recatisi da lui, lo invitarono ad andarsene da quel luogo. E Isacco se ne andò: non contese. Poi è scritto che Isacco, dopo aver riscavato pozzi fatti da Abrahamo, turati tempo addietro sempre dai filistei, scoprì un nuovo pozzo giù nella valle, un pozzo di acqua viva. Sembrò finalmente arrivato il momento di mettere radici lì, in quel luogo di riposo, ma i pastori della zona reclamarono il diritto su quell'acqua dichiarando "l'acqua è nostra". Isacco se ne andò: non contese. Isacco infine, scavò un ultimo pozzo su cui né i filistei, né i pastori avevano nulla da ridire. Isacco chiamò quel nuovo pozzo Rehoboth che in ebraico significa ‘luogo ampio’, perché egli disse «Ora l'Eterno ci ha messi al largo, e noi prospereremo nel paese. (Genesi 26:22). Da quel giorno si capì che il Signore era con lui, perché dovunque andava, laddove gli si sottraeva qualcosa, quella rinasceva tra le sue mani ed era benedetta. Isacco aveva trovato il suo luogo, il suo pozzo, ma senza contendere, senza procurare a se stesso e agli altri amarezza, senza sgomitare a "colpi di diritti", senza lottare opponendo la sua forza. Ed infine lui fu addirittura riconosciuto dai suoi stessi nemici come un uomo dall’irriducibile benedizione di Dio.
Questo perché Isacco era un vero uomo di Dio, il quale sa che la sua benedizione non viene dalla contesa, ma dalla vittoria che Dio gli dà. Avrebbe mai conosciuto un luogo così largo Isacco, se si fosse lasciato prendere al laccio dalla contesa? Aveva diritto o no Isacco a quei pozzi? Certo che sì, ma sapeva anche che lì, dove i nemici lo chiamavano a contesa, non vi era luogo di prosperità ma dispendio di risorse ed energie in guerre e conflitti. Così, spiritualmente parlando, là dove dei nemici ci piombano addosso invitandoci a contesa, l’obiettivo non è “il pozzo” ma il sottrarci potenza e forza. Ove possibile quindi, evitiamoli e spostiamoci altrove, affinché il Signore possa portarci in un "luogo largo", a Rehoboth, dove il nostro cuore e quello di chi ci sta vicino, possa prosperare e non logorarsi.
E' nella serenità e nella pace del "posto largo", nel luogo di Rehoboth che infatti, avremo modo di edificare un nuovo e ultimo pozzo. La serenità portò Isacco oltre Rehoboth, dove costruì un altare al Signore in tutta tranquillità. E' lì, in quel luogo oltre Rehoboth che Isacco scavò un ultimo pozzo. E' lì, oltre Rehoboth che noi dovremo arrivare, lontani dalla contesa, affinché la gioia e la prosperità continuino a sgorgare come una fonte d'acqua viva per noi e quelli di casa nostra. Oltre Rehoboth.
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