in allegato PRIMIZIE di Marzo 2015 con gli appuntamenti della chiesa
Cosa significa distruggere? Significa annullare una promessa, spegnere un qualcosa di acceso, cancellare una cosa fatta, uccidere qualcosa di vivo.
Per questo, Satana è chiamato il distruttore perché viene, come dice Gesù, per annullare le promesse di Dio nella nostra vita, spegnendo la nostra passione per Lui così da cancellare ciò che è stato fatto uccidendo la nuova vita che è in noi.
Si possono fare tutte le osservazioni che vogliamo, o scandalizzarci con frasi tipo “nessuno può rovinare l’opera di Dio nella nostra vita” ma sarebbe negare una sequela impressionante di passi sia dell’Antico che del Nuovo Testamento che anzi al contrario ci invitano a vegliare del continuo sulle anime nostre affinchè il maligno non possa sopraffarci a causa della nostra incuria delle vie del Signore.
Uno di questi passi è proprio di qualcuno che qualcosa ne sapeva del messaggio del Signore Gesù:
1Pietro 5:8 Siate sobri, vegliate, perché il vostro avversario, il diavolo, va attorno come un leone ruggente cercando chi possa divorare.
Se l’Apostolo Pietro esorta i cristiani ad essere sobri, non nel senso di moderati, ma di lucidi, attenti, non inebriati, pronti contro un nemico in agguato, evidentemente anche una persona nata di nuovo potrebbe essere in grave pericolo se dovesse trascurare la sua salvezza.
E infatti anche nella lettera agli Ebrei troviamo:
Ebrei 2:1-3 Perciò bisogna che ci applichiamo ancora di più alle cose udite, per timore di essere trascinati lontano da esse. Infatti, se la parola pronunciata per mezzo di angeli si dimostrò ferma e ogni trasgressione e disubbidienza ricevette una giusta retribuzione, come scamperemo noi se trascuriamo una così grande salvezza?
Rileggiamo attentamente “Perciò bisogna che ci applichiamo ancora di più alle cose udite, per timore di essere trascinati lontano da esse". Questo significa che senza applicazione e impegno, anzi, chiamiamola pure militanza, c’è il rischio di essere portati lontano, davvero lontano!
E’ infatti Gesù che ce ne parla:
Matteo 10:22 E sarete odiati da tutti a causa del mio nome; ma chi avrà perseverato fino alla fine, sarà salvato.
Perseverare significa continuare e resistere sullo stesso sentiero per arrivare a “fine corsa” integri come integri eravamo partiti il giorno della salvezza.
Curandoci della nostra anima, il Signore ci aprirà dei portoni invisibili, della strade che ci metteranno in condizioni di superare qualunque prova, giungendo al traguardo con la consapevolezza di aver conosciuto la Sua Gloria, ma bisogna prepararsi e vegliare del continuo sulla nostra lampada, sul nostro olio come Gesù raccomanda nella parabola delle dieci vergini. (Matteo 25 :1-13)
Innaffiare la nostra anima con la Parola, camminare con Dio e verificare se spesso abbiamo qualcosa di fresco da raccontare, piccola o grande che sia, frequentare la chiesa per cibarci e cibare, sono tutte misure e verifiche atte alla custodia del nostro spirito.
Chi pensa di trascurare il campo di Dio, deve sapere che il nemico è in agguato per approfittare di ogni buona occasione per distruggerlo. Quando parlo di distruzione, non parlo del singolo atto peccaminoso in sè, il quale comunque non deve mai essere vissuto leggermente ma necessita di pentimento e ravvedimento, ma di quella condizione dello spirito che può portare a cancellare anche il solo fatto di preoccuparsene e pentirsene.
E se non ti preoccupi nè ti penti più del peccato che hai commesso, allora sei davvero nel peccato e sei esposto pesantemente al distruttore dell’anima tua.
Lo stesso Gesù - l’autore della nostra salvezza - pur in quanto tale invitò a non scherzare affatto in Matteo 10:28 E non temete coloro che uccidono il corpo, ma non possono uccidere l'anima; temete piuttosto colui che può far perire l'anima e il corpo nella Geenna.
E quando pronunciò queste cose, le indirizzò ai Suoi dodici discepoli, quelli più intimi, non ai pagani o ai farisei.
Anche nel pieno della manifestazione della Sua grazia, Egli raccomandò all’adultera perdonata di non peccare più.
La grazia non viene per “avallare il peccato”, ma per “salvare dal peccato”. Se hai capito di essere stato salvato da una fossa, allora ti guarderai dal caderci ancora, e se pure vi cadrai per settanta volta sette al dì, se vorrai salvartene, il Signore ti perdonerà ancor più volte.
Ma chi vuole davvero salvarsi da quella fossa, non chiede aiuto con la lucida intenzione di uscirne per poi farvi un tuffo ancora più alto! Perchè sappia quel tale che se il suo rapporto col peccato e la grazia è questo, lui non è affatto uscito da quella fossa, e mai ne uscirà finchè non lo desidererà veramente.
Allegato | Size |
---|---|
3appuntamenti marzo 2015.pdf | 60.3 KB |
- Accedi o registrati per inviare commenti