Messaggio di Luglio/Agosto del Pastore: IL CONCERTO DI DIO

Il Concerto di Dio

in allegato PRIMIZIE di Luglio/Agosto 2015 con gli appuntamenti della chiesa

Spesso mi sono trovato a chiedermi, in merito alla mia e alla nostra salvezza, perché io o perché noi Signore?

La perplessità nasceva dal rilevare nella vita di ogni credente, quel momento cruciale, quelle circostanze particolari che avevano fatto da spartiacque, e che ognuno di noi pone alla base della propria salvezza con frasi come "quel giorno se quella vicina di casa non avesse perso la corriera, non avrebbe avuto il tempo di testimoniarmi di Gesù alla fermata così capii che Dio aveva orchestrato il tutto per me".
L'evento che il mondo vede come casuale il cristiano lo riconduce giustamente alla sovranità di Dio, che è una sovranità premurosa, che si preoccupa e occupa perfino della fame di due passerotti, figuriamoci di salvare un'anima, quindi.
Ma è veramente quel singolo evento la discriminante tra il riconoscere il giorno della nostra salvezza oppure no? E perché allora Dio non permette a tutti gli uomini di vivere quella serie di eventualità che potrebbero portarli alla salvezza?
E se invece la domanda che ci poniamo fosse sbagliata? Se quella giusta invece fosse: "come mai non tutti gli uomini rispondono alla stessa maniera alle "orchestrazioni" messe in atto da Dio per rivelarsi nella loro vita?

Ultimamente ho predicato su Mosè. Rappresenta un tipo di uomo che, come tutti gli uomini, inizialmente viveva ai margini di Dio. Ne aveva un'idea di questo Dio, ma credo che a dircela tutta, sconfitto dall'impotenza prodotta da uno status di una ormai quarantennale latitanza nel deserto, l'ipotesi di una seppur vaga idea di Dio sia ottimistica. Ma ecco il momento cruciale, lo spartiacque di Mosè: il pruno ardente che non si consumava. Ma veramente è tutto dipeso da quella vista? No. Mosè a quella vista si è avvicinato e solo allora Dio ha parlato.

Quanti pruni ardenti si sono presentati nelle vite degli uomini? Tanti e in numerosi momenti della vita. Ma tra questi uomini, alla vista del pruno ardente, quanti invece di avvicinarsi per vedere meglio, per capire meglio, sono passati oltre? Tanti e altrettanti e molti di più. Dio infatti è quel pruno ardente che è una luce per ogni uomo, ma alcuni le si avvicinano per mostrarsi ad essa mentre altri le si allontanano affinché, come dice Giovanni, le loro opere non vengano riprovate. (Giovanni 3:20)
C'è un pruno ardente per ogni uomo, perché come è scritto in 1Timoteo 2:4 "il quale (Dio) vuole che tutti gli uomini siano salvati, e che vengano alla conoscenza della verità”. Ma quanti desiderano che Dio li salvi?

Così la premura a noi mostrata nel giorno della nostra salvezza è per tutti, ma alcuni si avvicinano a quella manifestazione d'ardore di Dio per noi, altri ne rifuggono. Così alcuni assistono all'orchestrazione che Dio ha preparato per loro fino alla sua conclusione, altri si alzano dalla sedia uscendo dalla sala alla prima nota di violino perché non sono interessati. Nel primo caso un concerto avrà luogo, nel secondo no. E perché no? Noi un concerto in una sala vuota lo eseguiremmo? No. Nemmeno Dio.

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