in allegato PRIMIZIE di Dicembre 2015 con gli appuntamenti della chiesa
La speranza nella prospettiva cristiana non nasce dall'uomo. Essa non è primariamente intesa come un desiderio che si apre al futuro, frutto della coscienza che tende ad andare sempre oltre se stessa in attesa di un compimento; al contrario, è intesa come una chiamata gratuita che parte dalla rivelazione di Dio. Col 1,27 Cristo in voi, speranza di gloria; 1Ti 1,1 Gesù Cristo, nostra speranza.
La presenza di Cristo nella vita di ogni credente è il mistero pieno e totale che Dio ha voluto rivelare e questo è fonte e oggetto della speranza. All'origine della speranza cristiana, in altre parole, vi è un atto pieno e totale, quanto gratuito, dell'amore di Dio; esso consiste nella chiamata alla salvezza mediante la partecipazione alla Sua stessa vita.
La speranza cristiana ha come compagne di viaggio che non l'abbandonano mai la fede e l’amore. Essa sorge dalla fede e si nutre dell'amore. Senza questa circolarità non sarebbe possibile comprendere la specificità della speranza del credente che vive di certezza e non di delusione!
La teologia paolina è estremamente chiara su questo punto; nei momenti cruciali in cui l'apostolo deve descrivere l'esistenza cristiana pone sempre insieme la triade di fede, speranza e carità. E' sufficiente il richiamo ai tre testi in cui esplicitamente ritorna questo insegnamento:
1Te 1,3 Ricordando continuamente la vostra opera di fede, la fatica del vostro amore e la costanza della speranza che voi avete nel Signore nostro Gesù Cristo.
1Te 5,8 …avendo rivestito la corazza della fede e dell’amore, e preso per elmo la speranza della salvezza.
1Cor 13,13 Ora dunque queste tre cose rimangono: fede, speranza e amore; ma la più grande di esse è l’amore.
Essendo certezza del compimento della promessa, la speranza cristiana non confonde perché affonda le sue radici nell'amore (Rm 5,5); e non potrà mai essere separata dall'amore: Chi ci separerà dall'amore di Cristo? Sarà l’afflizione, o la distretta, o la persecuzione, o la fame, o la nudità, o il pericolo, o la spada? [...] Ma in tutte queste cose noi siamo più che vincitori in virtù di colui che ci ha amati. Io sono infatti persuaso che né morte né vita, né angeli né principati, né potenze, né cose presenti, né cose future, né altezze, né profondità, né alcun’altra creatura potrà separarci dall'amore di Dio che è in Cristo Gesù, nostro Signore” (Rm 8,35-39).
Uno sguardo più attento a questo testo, permetterà di comprendere ulteriormente le caratteristiche della speranza cristiana che Paolo descrive nonostante non appaia esplicitamente il termine. Alcuni versi prima, l'apostolo aveva detto che per coloro che vivono della fede e della speranza la condizione di sofferenza del presente, pur con tutte le tribolazioni e malvagità, non è paragonabile alla gloria che sarà loro concessa. Questa gloria, non è altro che la rivelazione del Figlio di Dio, la conoscenza del Suo volto o, se si vuole, la rivelazione piena del mistero che rapirà in una contemplazione senza fine. Il futuro che attende coloro che oggi sperano e credono, non solo compenserà il presente ma, soprattutto, lo supererà nell'intensità della felicità!
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