Quanto siamo umani. Quante belle intenzioni e promesse. Quanti bei propositi. E poi?
Ci ritroviamo spesso lì, se siamo fortunati da dove eravamo partiti, o anche più indietro.
E ci guardiamo intorno e ci chiediamo: come ho fatto a finire qui? E ci stupiamo di noi stessi. Di quanto siamo capaci di ingannarci sia nel pensare di fare bene, sia nel riuscire a fare male.
Diciamo di voler benedire e ci ritroviamo a maledire. Diciamo di voler amare e ci ritroviamo ad odiare. Se una maledizione evidente nella natura dell'uomo c'è, è certamente quella di essere l'unico essere vivente capace di fare il contrario di ciò che vorrebbe. Parafrasando una famosa frase di Humphrey Bogart si può dire: "E' il peccato, bellezza, e tu non puoi farci niente".
E come si dibattono in noi le membra, a cercare di soffocare il seme di Dio. Ma se dipendesse solo da noi, non avremmo nemmeno la forza di preoccuparci della sua sopravvivenza.
Ed ecco, è in momenti come questi che arriva la Scrittura a soccorrerci con le parole dell'apostolo Paolo.
Romani 7:19-25 Infatti il bene che io voglio, non lo faccio; ma il male che non voglio, quello faccio. Ora, se faccio ciò che non voglio, non sono più io che lo faccio, ma è il peccato che abita in me. Io scopro dunque questa legge: che volendo fare il bene, in me è presente il male. Infatti io mi diletto nella legge di Dio secondo l'uomo interiore, ma vedo un'altra legge nelle mie membra, che combatte contro la legge della mia mente e che mi rende schiavo della legge del peccato che è nelle mie membra.O miserabile uomo che sono! Chi mi libererà da questo corpo di morte? Io rendo grazie a Dio per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore.
E così, dopo aver ripreso le forze, per la grazia di Dio, siamo come corridori inciampati, pronti a riprendere la corsa sulla giusta via. Pronti ad esclamare:
"Grazie Gesù, per averci preceduti, rendendo percorribile la via santa, che senza di Te ed il Tuo sangue sparso su di essa, avrebbe reso palesi le nostre colpe invece che cancellarle per sempre. Dacci la forza di non smettere mai di tenere gli occhi fissi su di Te, unica nostra fonte di Salvezza, nostro Campione che ci hai preceduto nel cammino".
Ebrei 12:1-2 deposto ogni peso e il peccato che ci sta sempre attorno allettandoci, corriamo con perseveranza la gara che ci è posta davanti, tenendo gli occhi su Gesù, autore e compitore della nostra fede, il quale, per la gioia che gli era posta davanti, soffrì la croce disprezzando il vituperio e si è posto a sedere alla destra del trono di Dio.
07 luglio 2016
pastore Alessandro Lilli
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