Il semplice, l’umile sale comune, costituisce il tessuto della storia: è così indispensabile alla sopravvivenza che è stato perfino causa di guerre sanguinose. Imperi sono stati fondati o sono crollati per causa sua.
Basta la parola “salario” ad illustrare l’importanza del sale. I legionari romani ricevevano un salarium cioè un pagamento in sale. Più tardi, la parola prese il significato di pagamento in denaro per comprare sale.
L’uomo ha capito, fin dai tempi più remoti, che doveva disporre del sale o morire: senza, infatti, il delicato equilibrio idrico del nostro corpo si rompe e la morte sopravviene per disidratazione.
Tutto ebbe inizio all’Età della Pietra quando gli uomini delle tribù seguivano il loro bestiame verso i pascoli salati: zone dove affioravano rocce salate che gli animali avevano scoperto per la loro sopravvivenza. In un primo tempo gli uomini trasportavano il sale da queste zone fino alle loro caverne, poi scoprirono le paludi saline e si stabilirono nelle loro vicinanze.
Primitive civiltà si svilupparono intorno a queste 'miniere' in luoghi come Droitwich in Inghilterra, Mosella in Francia, Saale in Germania; venivano distrutte intere foreste per procurarsi il combustibile necessario a far evaporare l’acqua da queste paludi salmastre.
I primi insediamenti cinesi si trovavano vicino alle paludi salmastre del Fiume Giallo e i primi villaggi della valle del Giordano apparvero circa 8000 anni a.C. intorno alla salatissima zona del Mar Morto e sul Monte Sodoma, anch’esso molto ricco di sale. Dopo migliaia di anni, lo sviluppo dei trasporti permise alla gente di allontanarsi dalle fonti di sale. I primi coltivatori egiziani, per esempio, venivano approvvigionati da navi che portavano il sale dagli acquitrini del delta del Nilo.
La miglior fonte di sale per l’uomo, comunque, è sempre stato il mare e molte importanti fasi della storia sono state influenzate dal suo livello. Basti pensare che nel 500 a.C. le civiltà greca e fenicia raggiunsero il loro massimo splendore proprio perché il livello del mare era di un metro più basso rispetto a quello attuale.
Nel 400 a.C., in Italia, venne creata la via Salaria che esiste ancora oggi ed è una delle più antiche vie del Paese; lo scopo di questa via era quello di trasportare il sale destinato a Roma e alle popolazioni sabine dalle regioni centrali dell’Italia.
Il commercio del sale rimase fiorente per oltre mille anni, poi il livello del mare riprese a salire e l’Europa che si trovava in difficoltà, cominciò a contrattare con i paesi arabi che avevano accesso alle comode saline del Mar Morto; si cominciò a commerciare sale contro oro, marmo e altri prodotti di lusso. Questo durò fino al IX secolo, poi il livello del mare riscese.
Nel XVI secolo si ripresentò il problema e questa volta ci si rese persino conto che nel commerciare con l’Africa, questo bene era tenuto in maggiore considerazione della libertà umana; il sale diventò un fattore preponderante nel commercio degli schiavi e le famiglie all’interno delle quali era più difficile procurarsi il prezioso elemento, vendevano i propri figli come schiavi per una manciata di sale.
Oggi il consumo di sale nel mondo raggiunge 170 milioni di tonnellate l’anno e vede come principali fonti di approvvigionamento il mare, il sottosuolo, i laghi salati e le rocce.
Alla luce di quanto letto sopra, il sale ha avuto nella storia davvero una grande importanza giocando un ruolo che forse pochi avrebbero immaginato. In Matteo 5:13 è scritto: “Voi siete il sale della terra; ma se il sale diventa insipido, con che cosa gli si renderà il sapore? A null’altro serve che ad essere gettato via e ad essere calpestato dagli uomini”.
Gesù chiama la Sua Chiesa il “sale della terra” ma questo appellativo non può essere compreso appieno fino a che non si prendono in esame le sue molteplici proprietà:
è un elemento essenziale perché detentore della vita proprio come la Chiesa è chiamata a portare la vita a questo mondo che sta perendo;
è colui dà sapore e analogamente il credente è chiamato a fare la differenza in questo mondo;
il sale solleva (è risaputo che nel Mar Morto, per la forte concentrazione salina, si riceve una spinta dal basso verso l’alto che fa rimanere a galla): è il credente che tramite la sua testimonianza e il suo modo di parlare, deve imparare a coltivare la virtù dell’innalzare le persone con cui viene a contatto;
era, in tempi molto antichi, anche il simbolo del patto di Dio (Levitico 2:13): Dio ci chiama a condire con sale il nostro impegno con Lui il che non elude un’eventuale caduta ma ci porta a perseverare in maniera seria malgrado e nonostante le circostanze. Il sapore del sale a questo mondo viene manifestato con l’amore, un amore che dà e non chiede nulla in contraccambio perché ama e basta.
Essere sale, tuttavia, non è qualcosa che avviene automaticamente: essere diversi da questo mondo e agire in modo che le persone si rendano conto della diversità, dovrebbe in qualche modo “pesare” nella conduzione della vita nella società e non essere solo una delle tante opinioni prive di forza.
Per poter adempiere questa chiamata, è necessario che si assuma una posizione nei confronti di questo mondo; è una sfida ad essere diversi, pronti a risplendere in ogni situazione nella quale le tenebre dominano.
Coscienti dell’impegno a cui Dio ci ha chiamati, adoperiamoci come sale della terra provvedendo a dare sapore alla storia delle persone che ci circondano.
Informazioni storiche tratte da: “Il sale della vita” –Nel mondo dell’incredibile- Selezione dal Reader’s Digest
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