Un contadino un giorno si allontanò da casa sua e cominciò ad inerpicarsi su per una montagna tra i boschi e le rocce. Lo aveva fatto mille volte, spinto dalla voglia di allontanarsi dal basso verso l'alto, alla ricerca di un qualcosa che non sapeva né dove né cosa fosse. Tuttavia, tutte le mille volte che dal quel monte ne era salito ne era pure disceso. Ma oltre al riportarsi giù perché aveva avuto voglia di salirvi, si era trovato appesantito anche dal perché, appena sceso, già non vedeva l'ora di risalirvi.
Finché arrivò un giorno con un cielo che, fin dalle prime ore del mattino, si intrufolava con insolito splendore nelle finestre della casa del contadino. Sembrava proprio essere un giorno particolare… ed era domenica.
Per la milleunesima volta il contadino riprese a salire su per quel monte ma stavolta, in mezzo ai cespugli illuminati da una luce che sembrava volergli bene, intravide un sentiero stretto che non aveva mai notato prima. Insinuatosi cautamente dentro, districandosi tra rovi e sterpaglie che da ogni dove sembravano trattenerlo, scoprì che il sentiero angusto terminava in una pozza d'acqua che, come una veste trasparente, copriva la base della granitica roccia, risalendo su, fino alla fonte che ne sgorgava.
La roccia sembrava stare lì da secoli, piombata non si sa da dove; "Forse è vero che un tempo esistevano i giganti!" pensò il contadino. Così si avvicinò alla sorgente di quella roccia forata, bevve e in quell'istante capì cosa aveva sempre cercato: era proprio quella sorgente!
Ma, come una nube di montagna, la malinconia lo avvolse all'improvviso. Avrebbe ogni volta dovuto compiere quel tragitto solo per bere un sorso di quella buonissima acqua?
Fu allora che, guardando a ritroso, si accorse che quello non era un sentiero ma un canale ostruito da foglie marce e fanghiglia. Rimosso il marciume con un bastone, immediatamente vide l'acqua scendere giù per il canale a strisciare d'azzurro il pendio brullo fino a raggiungere la valle dove lui viveva, a casa sua.
Così pieno di gioia il contadino tornò a casa sapendo che, perché quel dono messo lì secoli fa da un buon gigante fluisse a casa sua tutti i giorni, sarebbe stato necessario soltanto mantenere il canale pulito.
Quel contadino siamo noi. Abbiamo cercato per mare e monti qualcosa, fino a trovare la risposta alla nostra ricerca in Gesù, il Figlio di Dio. Lui è stato il dono del gigante buono, il Padre Celeste, che fin dalla fondazione del mondo lo aveva preparato per noi, solo che noi non lo sapevamo.
Così, in mezzo alle miriadi di argomentazioni di questo mondo che cercavano di distoglierci e trattenerci, grazie alla luce buona dello Spirito di Dio, abbiamo scorto un sentiero che ci ha condotti a quella pietra che è Cristo, forata dal dito del Padre Celeste, perché bevessimo di Lui.
Così, abbiamo bevuto copiosamente, e in quel giorno, nella nostra domenica personale, nel nostro giorno del Signore, abbiamo gustato il dono celeste di Dio. Tuttavia, quella milleunesima volta, il giorno in cui Lo abbiamo trovato, non può divenire una sola volta ogni mille, ma deve essere tutti i giorni della nostra vita.
Così, se oggi non sentiamo più quella freschezza, e la nostra gioia nel Signore sembra essere lontana come mille e un giorno fa, ricordiamoci di tornare alla fonte rimuovendo l'intoppo che ne ostruisce il flusso: perché se un giorno per il Signore sono come mille anni, e mille anni sono come un giorno, allora Dio è potente da rendere quel giorno in cui l'abbiamo incontrato, tutti i giorni della nostra vita.
4 ottobre 2018
pastore Alessandro Lilli
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