La Pasqua è senza dubbio una festa molto importante tanto da considerarsi la principale per la cristianità mondiale: su questa, infatti, viene edificato il concetto della salvezza del credente in Cristo nostra Pasqua. Il suo significato etimologico è "passaggio" e si ricollega all’episodio ebraico della liberazione d’Israele dal popolo d’Egitto tramutatosi poi, nel Nuovo Testamento, nella festa della resurrezione di Gesù. Così come gli ebrei festeggiavano il passaggio dalla schiavitù alla liberazione, i cristiani oggi ricordano per la resurrezione di Cristo il passaggio dalla morte ad una vita nuova.
“Pesach zeman charutenu” Pasqua tempo della nostra liberazione, è una festa nata a causa di una fuga. Nella Bibbia viene dettagliatamente descritta e motivata soprattutto nei seguenti brani del Pentateuco: Esodo 12:1-13,16; Levitico 23:5-8; Numeri 28:16-25; Deuteronomio 16:1-8. In questi testi si trovano fuse due feste: quella di Pasqua e quella degli Azzimi, una festa agricola questa, la cui celebrazione era iniziata in Canaan.
Durante la Pasqua gli israeliti celebravano la liberazione dalla schiavitù d’Egitto. Mentre erano ancora sotto Faraone infatti, Mosè aveva chiesto a questi di poter partire per servire il Signore nel deserto assieme al popolo; il rifiuto di questa concessione ha provocato lo scatenarsi di dieci piaghe, l’ultima delle quali ha visto il passaggio dell’angelo della morte con la conseguente morte di tutti i primogeniti di quelle case sugli stipiti delle quali non ci fosse stato il sangue dell’agnello sacrificato.
Questo avvenimento di straordinaria risonanza nel popolo di Israele, viene ricordato e celebrato nella festa di Pasqua e degli Azzimi dagli ebrei ortodossi, come memoriale dell’intervento liberatore di Dio con l’attraversamento del mar Rosso e l’inizio del viaggio verso la terra promessa. La celebrazione segue precisi rituali prescritti direttamente da Dio i cui elementi essenziali sono l’agnello e i pani azzimi, cioè non lievitati.
Il rito consiste in un banchetto durante il quale si mangia un agnello di un anno, arrostito per intero, senza spezzarne alcun osso. Quello che non viene mangiato, secondo la Scrittura, deve essere bruciato prima del giorno seguente e i commensali, in piedi intorno alla tavola, mangiano in tenuta da viaggio con i fianchi cinti, i sandali ai piedi e il bastone in mano (Esodo 12:11).
Con l’agnello si preparano verdure cotte di due tipi: erbe amare per ricordare il dolore della schiavitù ed erbe rosse, come il colore dei mattoni che gli Israeliti erano stati costretti a costruire, simbolo stesso della schiavitù.
Gli stipiti delle porte vengono bagnati del sangue dell’agnello per ricordare come quel gesto avesse allontanato l’angelo sterminatore che uccise i primogeniti degli Egiziani prima della fuga. Al termine del banchetto è tradizione che il più giovane dei presenti chieda al capofamiglia che cosa significhino i gesti compiuti e l’anziano prenda la Scrittura e ne legga i passi relativi.
La Pasqua viene festeggiata dal 14 al 22 del mese di Nisan, al plenilunio del primo mese lunare dopo l’equinozio di primavera: comincia la sera che, nel calendario ebraico, è l’inizio del nuovo giorno. Tale memoriale ha lo scopo di preservare dalla dimenticanza i benefici del Signore richiamandoli alla memoria per rinnovarli e attualizzarli nella coscienza degli Ebrei.
Come cristiani, oggi, la Pasqua ha un significato molto più profondo e “liberatore” che non l’uscita dall’Egitto. Divenuta per molti versi una festa consumistica e avente come simbolo principe “l’uovo di Pasqua” è importante che, come credenti, la si riporti al Vero e importante significato per il quale è nata.
La Pasqua ci ricorda il sacrificio di Gesù in virtù del quale abbiamo accesso alla presenza di Dio: è grazie alla Sua morte e resurrezione che la cortina del tempio è stata spezzata dall’alto verso il basso e l’uomo può legalmente avere accesso a Dio Padre in qualità di figlio accettando per la sua fede la grandezza di questo sacrificio.
Cristo è ogni giorno la nostra Pasqua e ancora di più in questo giorno vogliamo rivolgerci con gratitudine a Dio e perché no... facciamo sapere a chi ci sta intorno cosa significa per noi la Pasqua testimoniando della nostra salvezza perché Cristo è la nostra Pasqua!!
Alessandra Scanu
25 marzo 2016
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