Ebrei 12:14-15 Procacciate la pace con tutti e la santificazione, senza la quale nessuno vedrà il Signore, badando bene che nessuno rimanga privo della grazia di Dio e che non spunti alcuna radice di amarezza, che vi dia molestia e attraverso la quale molti vengano contaminati;
La lettera agli Ebrei pone in evidenza l'importanza di custodire il nostro cuore, mettendolo al riparo dai turbamenti che possono nascere da cattive semenze che possono far male non solo a noi ma anche al resto della Chiesa.
Quando nella Bibbia si parla di radice di amarezza non ci si sta riferendo tanto al suo gusto, quanto alle sue proprietà tossiche; in ben altre tre traduzioni "amarezza" viene tradotta con "veleno" (Nuova Riveduta, C.E.I. e Riveduta) mentre in un'altra con "germogli velenosi" (Bibbia della Gioia).
Ciò non deve essere imputato ad un'inesattezza dei traduttori della Nuova Diodati ma al fatto che "amaro" può essere sinonimo di cattivo, che fa male, tossico, infetto, contaminato e velenoso. Nel comune detto "inutile farsi il sangue amaro" troviamo la stessa analogia. In un'altra parte della Scrittura tutti i traduttori concordano infatti nel tradurre come “acque amare” quelle acque che recano la morte perché contaminate dall'assenzio.
Apocalisse 8:11 Il nome della stella è Assenzio e la terza parte delle acque divenne assenzio; e molti uomini morirono a causa di quelle acque, perché erano diventate amare.
Quando quindi la lettera agli Ebrei si preoccupa di vegliare sul nostro cuore affinché non spunti alcuna radice d'amarezza, non sta parlando di una molestia di poca importanza, un'irritazione passeggera per evitarci un inutile mal di fegato, quanto di radici e semenze che possono mettere a rischio la nostra salute spirituale, finanche la nostra vita in Cristo.
Inoltre, questo tipo di amarezza, se lasciata germogliare, avrà la capacità non solo di far male a noi, ma anche a chi ci sta intorno: attraverso la quale molti vengano contaminati.
Ogni cristiano ha un ministero nei confronti del giardino del Signore, la Sua Chiesa: potrà contribuire alla salute di quel giardino, oppure contribuire alla sua distruzione a seconda di come custodirà il proprio cuore e la sua sfera di influenza.
Un cuore amaro tenderà a gettare semenze amare mentre un cuore buono tenderà a gettare semenze buone indipendentemente dalla sua consapevolezza.
Gesù ha detto che noi parliamo dall'abbondanza del nostro cuore traendo da esso cose buone o cose malvagie: non possiamo tenercele dentro, dobbiamo trarle fuori da noi porgendole a chi ci sta accanto, influenzandolo così o per il bene o per il male.
Ognuno di noi è quindi responsabile della custodia del proprio cuore quanto di quello del suo fratello perché il nostro cuore, in un modo o nell'altro, direttamente o indirettamente, svolgerà un ministero di edificazione o di demolizione dell'opera di Dio, in primis la Sua Chiesa.
In altre parole, non illudiamoci di covare invidia, odio, risentimento, ribellione, pensando si tratti di un affare privato: in un modo o nell'altro, consapevoli oppure no, oltre a distruggere noi stessi, tenderemo a distruggere chi ci sta accanto. Un cuore "amaro" tenderà inevitabilmente a rendere amaro il resto del campo così come un cuore "buono" a bonificarlo.
Così scopriamo di essere ministri nella nostra chiesa locale: ben amministrare il nostro cuore ci farà buoni ministri, e mal amministrare il nostro cuore ci farà cattivi ministri all’interno della nostra chiesa.
Molta dell'edificazione e della distruzione della chiesa avviene tra un servizio di culto e l'altro:
nelle nostre conversazioni, dichiarazioni, confessioni private stiamo ministrando uno all'altro e questo ministero non potrà che essere volto a raccogliere insieme a Cristo oppure a disperdere contro di Lui.
Luca 6:45 L'uomo buono dal buon tesoro del suo cuore trae il bene; e l'uomo malvagio dal malvagio tesoro del suo cuore trae il male, perché la bocca di uno parla dall'abbondanza del cuore.
Ogni membro del Corpo si adoperi quindi per la Sua edificazione sapendo che questo è il ministero che gli è stato affidato.
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