“Siamo in un Paese di infelici e stressati anche se ancora altruisti: l’urgenza prioritaria degli italiani è quella di trovare presto nuove forme di coesione sociale”. E’ questo il risultato dell’indagine del Censis “I nuovi termini della coesione sociale” presentato dal presidente Giuseppe De Rita che ho letto tempo fa su un quotidiano romano.
L’articolo continuava dicendo: “L’Italia è un Paese d’infelici: uno su quattro è triste”; dallo studio emerge che il nostro Paese paragonato alle altre nazioni occupa l’ultimo posto nella classifica sulla felicità.
7,8 milioni di poveri
1,6 milioni di alcolisti
1,5 milioni di persone affette da invalidità motoria
917mila disoccupati di lunga durata
643mila persone colpite dal Parkirson, Alzheimer, epilessia e perdita della memoria
500mila persone infette da insufficienza mentale
223mila minori in condizioni di marginalità
160mila tossicodipendenti
80mila prostitute
56mila reclusi
20mila con disagi abitativi.
Questi i numeri dell’infelicità, questi i dati che secondo il Censis sarebbero promotori di tanta tristezza. Ma in realtà, cos’è la felicità? Sono davvero questi i parametri ai quali fare riferimento per misurare, quasi come con un termometro a mercurio, la felicità di una persona?
Certamente le circostanze aiutano ma non credo ne siano il fattore scatenante.
La nostra cultura ha scambiato la felicità con il divertimento confondendola con le piccole gioie che derivano dal possesso o dall’essere apprezzati dagli altri per l’orgoglio di poter dire “io sono questo o quest’altro”. Si spaccia per felicità ciò che felicità in realtà non è, ma potrebbe esserne al massimo un sottoprodotto e in fondo ne è solo uno scarto.
La gente occupa la gran parte del tempo vivendo con l'ansia di ottenere questo sottoprodotto, centro delle aspirazioni umane e le costringe ad un’interminabile attività di caccia e di conquista nel comprare oggetti, nell'aderire a ruoli prestabiliti e nel riempirsi la testa di ideologie preconfezionate da esibire al momento giusto.
Non è questa la vera felicità, non è questa la gioia che permette all'essere umano di vivere in una condizione di pace e benessere.
Nella Bibbia è scritto che il Regno di Dio è giustizia, pace e gioia nello Spirito Santo.
Il credente trova il suo completo appagamento in Cristo, fonte di gioia e felicità: il Suo Regno, ossia la Sua volontà per noi è che viviamo in una condizione di felicità perchè Lui stesso ne è la fonte, Lui ne è il garante.
Le circostanze tuttavia possono essere avverse perchè essere figli di Dio non implica il "vivere su una nuvola" estraniati dal mondo circostante. Il mio pastore usa spesso dire "I fatti della vita sono difficili, ma Dio è buono e Dio redime con i Suoi atti i fatti della vita".
Giovanni 17:14 Io ho dato loro la Tua Parola e il mondo li ha odiati, perchè non sono del mondo, come neppure Io sono del mondo. Io non chiedo che Tu li tolga dal mondo, ma che Tu li preservi dal maligno.
Conosciamo un Iddio potente da stravolgere le circostanze avverse: la felicità così come il perdono deriva da una decisione che si deve prendere nella propria vita. Non è una questione emotiva anche se è fortemente legata al nostro benessere emozionale: è possibile sentirsi abbattuti, tristi e rasentare la depressione ma questo non deve permettere all'avversario di prendere il sopravvento facendoci vivere in una costante condizione di tristezza che non è certamente la volontà di Dio per la nostra vita. Decidere è espressione di fede: decidere è fare la nostra parte, al resto provvederà Dio. Lui è l'Amico fedele, il Compagno che non tradisce, Colui che guarisce le nostre ferite, Colui che ci prende per la mano destra e ci dice: "Non temere, Io ti aiuto!" (Isaia 41:13)... Lui è Dio!!
Dal vocabolario felicità è la compiuta esperienza di ogni appagamento, intima gioia, avvenimento conforme ai desideri.
In una vita consacrata completamente a Dio in ogni sua area nella quale i nostri desideri sono conformi ai Suoi desideri perchè rispecchiano ciò che di più buono Dio ha preparato per coloro che lo amano, la felicità è un frutto inevitabile, una componente che caratterizza la vita dell'appagato in Dio.
Salmo 37:4 Prendi il tuo diletto nell'Eterno ed Egli ti darà i desideri del tuo cuore.
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