Il giardino dimenticato

by Yannick Carer

In un breve articolo apparso su di un quotidiano romano, si parlava del cimitero degli stranieri e del suo stato d'abbandono. Il cronista rilevava che quello ce un tempo era stato uno dei più bei giardini romani, ultima dimora di personaggi importanti stranieri che hanno finito i loro giorni nella "città eterna", oggi era diventato un cumulo di erbacce incolte.

Contemporaneamente mi sono trovato a visitare il "Campo Evangelico" di Prima Porta - Roma. In una bella domenica mattina di fine primavera, con mia figlia Ilaria, ho portato dei fiori sulle tombe dei miei genitori e dei miei suoceri.

Beh, è stata veramente un'esperienza speciale! Ho avuto modo di rincontrare persone che non ci sono più e con le quali ho percorso lunghi o brevi tratti della mia vita cristiana e ciò ha causato in me emozione e commozione.

Ho avuto modo di raccontare a mia figlia Ilaria le storie di persone che non consceva o di cui aveva vaghi ricordi da bambina. Vorrei citare alcuni nomi: Nemo Mengoni detto il giovane antico, Enrico Naselli, il cristiano più strambo che abbia mai conosciuto ma che amava sinceramente il Signore, il mio amico Peppino Perciballi con il quale ho condiviso molta parte della mia gioventù cristiana, Daniela Martinez la mia giovane collega atea, che una volta conosciuto Gesù lo ha amato con tutta sè stessa.

Mentre passavano i ricordi del passato in loro compagnia, echeggiavano nelle mie orecchie le parole di una canzone della Corale "La Rugiada": ...fa che possano trovarci a Te fedeli, che le impronte che lasciam portino i lor cuor ad avere sempre fede in Te Signor!...
Mi viene in mente l'Apostolo Paolo che nel capitolo 11 di Ebrei cita gli eroi della fede, citandoli a noi come esempio di vita cristiana!

Credo fermamente che tutto ciò possa scaturire dai nomi posti sulle tombe del giardino dimenticato... eh sì, perchè a volte tale è l'impressione che si ha passeggiando nel "Campo Evangelico". Ci sono tombe anonime ed in completo stato di abbandono. Questo perchè istituzionalmente noi evangelici non abbiamo un buon rapporto con i cimiteri. Per molti di noi sono solamente un deposito di corpi i cui spiriti sono davanti alla presenza di Dio e a noi non rimane altro che ricordarli soltanto come persone che ci hanno preceduto.

Ma quante storie e quante testimonianze scaturiscono da quei volti sorridenti (perchè così ci piace ricordarli) posti in quelle piccole foto sulle tombe, storie a loro modo grandi fatte di scelte e di decisioni, di errori e di ravvedimenti, proprio come quelle degli "eroi della fede".

Il mio augurio è che quello che sembra un giardino dimenticato, possa divenire per ognuno il giardino della memoria da cui trarre stimolo a seguire le orme lasciate da questi "piccoli eroi della fede".

 

Enrico Marzoni