Crocifisso, l'indignazione è generale

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Vorrei riproporre alla vostra attenzione un articolo da me scritto sul portale www.ceiam.net un pò di tempo fa ma che ritengo attualissimo per la tematica che tratta.
"Crocifisso, l'indignazione è generale".
Questo il titolo a lettere cubitali che apre l'articolo su "Il Messaggero" del 27 ottobre u.s. relativo alle polemiche sull'ordinanza che chiede la rimozione delle croci dalle aule di una scuola abruzzese.

L'articolo così esordisce:
"Infuria la polemica dopo l'ordinanza del giudice dell'Aquila sul crocifisso. La protesta accomuna maggioranza e opposizione: "Non è così che si favorisce il dialogo tra le diverse fedi".
Duro il giudizio della Cei (Conferenza Episcopale Italiana). Il ministro della Giustizia Castelli ha ordinato un'ispezione ministeriale al tribunale dell'Aquila. Il ministro dell'Istruzione Moratti dice: "Applichiamo le leggi in vigore. Il crocifisso resta in classe, è il simbolo della cultura occidentale. Lo Stato farà ricorso (...)"

Voglio premettere che quanto andrò ad esporre relativamente all'articolo sopracitato, non rappresenta la posizione ufficiale degli evangelici nè tantomeno delle chiese aderenti alla CEIAM ma una semplice riflessione di una cittadina italiana, cristiana evangelica che ha esperimentato la Nuova Nascita di cui parla Gesù a Nicodemo nel Capitolo 3 del Vangelo di Giovanni.

Gesù, nel dichiarare: "Date a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio", è stato molto chiaro: c'è una linea di confine ben netta, ben distinta su ciò che concerne il potere temporale e quello spirituale. Sono come due regni che vengono governati da leggi diverse, perchè le autorità sono diverse.

L'una è un'autorità relativa, terrena, variabile, corruttibile, soggetta alle tradizioni umane, culturali, antropologiche, l'altra è l'Assoluto di Dio, è Dio stesso che, come le Sue leggi, non muta, è stabile, è incorruttibile, che prevarica ogni cultura e tradizione.

Ovviamente, qualsiasi credente desidera fortemente che il Regno di Dio, che è giustizia, pace e gioia nello Spirito Santo (Romani 14:17), si insedi in tutto il mondo, ed a tal fine si prodica nell'evangelizzazione, in veste di ambasciatore e testimone sulla terra di questo meraviglioso Regno.

Nel contempo, nello specifico, ogni cittadino italiano, cristiano e non, deve sottostare alle leggi che governano la nostra nazione che è una Repubblica Democratica.
Tutti sappiamo che una vera democrazia protegge e difende le minoranze da eventuali privilegi di cui potrebbero approfittare le maggioranze in quanto tali.

Noi cristiani sappiamo bene che non c'è qui sulla terra un sistema di governo perfetto perchè l'uomo è imperfetto, ma vediamo nel sistema democratico la risposta più plausibile ad una convivenza civile, nel rispetto delle diversità.

Vengo al dunque: le nostre scuole pubbliche sono laiche e quindi dovrebbero rispettare e promuovere ogni azione che vada a difendere le minoranze, anche a costo di apportare degli sconvolgimenti culturali e tradizionali che non hanno niente a che vedere con il programma scolastico, come per esempio la rimozione dei crocifissi dalle aule. Al limite, se proprio vogliamo parlare di simboli a parer mio, in ogni aula di ogni scuola pubblica, ci dovrebbero essere la bandiera italiana e quella europea.

Voglio anche precisare che, con questo, non sto rinnegando la croce, anzi, mi associo con l'Apostolo Paolo che dichiara in Galati 6:14 "non avvenga mai che mi vanti all'infuori della croce del Signore nostro Gesù Cristo...". Ed ancora in ICorinzi 1:23 "Ma noi predichiamo Cristo crocifisso".

Se non fosse stato per Cristo crocifisso, non avrei mai potuto sperimentare la "gioia della mia salvezza"!

Sono cosciente che chi ha alzato il "polverone del crocifisso" potrebbe averlo fatto per scopi non proprio ortodossi; la mia non vuole essere una difesa della persona ma del principio democratico che c'è dietro tutta la faccenda, che, a parer mio, non deve essere vista come una battaglia tra una religione e un'altra ma, piuttosto, come una battaglia tra un concetto di democrazia contaminata dal compromesso, dalla convenienza e un concetto della democrazia nel suo più alto valore morale, civile e sociale.

 

Rosanna Lilli