Il Natale

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C’era una volta un re...
Sono queste le parole con le quali potrebbe cominciare la storia di Babbo Natale. Che si tratti di Santa Claus, Papà Noel, Sankt Nicolaus, Jelenisse, Joulupukki o del nostro Babbo Natale, ha poca importanza perché la più famosa delle leggende che raccontano la sua origine ha come protagonista proprio un re, o meglio un nobile signore caduto in miseria, tanto che non avrebbe avuto la possibilità di far maritare le sue tre figlie.
Un vecchio con una lunga barba bianca di nome Nicola, che abitava poco distante dal castello prese a cuore la sua situazione.

Nato a Patara, nella penisola meridionale dell'Asia Minore (oggi Turchia), nel IV secolo d.C., Nicola era orfano di una ricca famiglia e dopo essere stato educato da prete in un monastero, divenne vescovo di Myra in Lycia. Uscito dal monastero, donò tutte le sue ricchezze ai poveri e dedicò la sua vita ad aiutare il prossimo.

E il nostro nobile... era uno di quei prossimi. Addolorato dal pianto dell'uomo infatti, Nicola decise di intervenire lanciando per tre notti consecutive in una finestra del castello, tre sacchi di monete che sarebbero serviti per la dote delle tre ragazze. Per le prime due notti tutto andò liscio ma la terza, inspiegabilmente, la finestra era chiusa.

Nicola però non si dette per vinto: calò giù attraverso il camino il terzo sacco dopo essersi arrampicato sul tetto del castello. L'oro, cadendo, si infilò nelle calze delle tre ragazze appese ad asciugare vicino al camino, e nel castello esplose la gioia!

Quando Nicola morì le sue spoglie vennero deposte a Myra. Nel 1087 un gruppo di cavalieri italiani, travestiti da mercanti, trafugarono le sue spoglie e le trasportarono a Bari dove sono tutt'ora conservate e di cui divenne il santo protettore. Oggi San Nicola è anche il santo protettore della Russia, di Mosca, della Grecia, dei bambini, dei marinai, dei prigionieri, dei panettieri, e dei negozianti.

Alcune leggende dicono che egli sarebbe stato in possesso del Sacro Graal, e si parla addirittura di un liquido chiamato manna con dei poteri miracolosi… ma queste sono altre storie e a raccontare tutto avremmo bisogno di un’intera enciclopedia!

Tuttavia Nicola non era ancora Babbo Natale.

Durante la Riforma Protestante (XVI sec), quando i Santi non erano più “in voga”, qualche altro personaggio doveva prendere il posto di San Nicola per distribuire i doni ai bambini e nonostante i colori diversi dei vestiti delle diverse tradizioni popolari, rimanevano in comune la sua lunga barba bianca e il suo portare i doni ai bambini.

Gli olandesi, fedeli alla tradizione, quando partirono in direzione dell'America per fondare la città di New Amsterdam (l'attuale New York), si dice che portarono con sé in America il proprio Sinter Klaas che in inglese divenne Santa Claus, ovvero ancora lui, il vescovo San Nicola. Infatti, a proteggere i marinai che salparono verso il Nuovo Continente, sulla prua di una nave c'era proprio l'immagine del Santo con in bocca una lunga pipa olandese...

La sua popolarità si allargò a macchia d'olio e scrittori ed artisti trasformarono manto e mitra (copricapo episcopale) in barba bianca, mantello verde e cappuccio.

Fu solo all'inizio degli anni ‘30 che la Coca Cola, alla ricerca di un'iniziativa pubblicitaria per i suoi prodotti nel periodo invernale, assunse un celebre illustratore, Haddon Sundblom: fu lui a creare il primo disegno del moderno Babbo Natale, vestendolo con un mantello rosso bordato di bianco, stivaloni e cintura di cuoio nero, e facendone il panciuto e gioioso vecchietto che noi tutti conosciamo. E’ così che Babbo Natale è diventato americano!

Qualcuno ancora crede che Babbo Natale esista: negli Stati Uniti è nata la Institute of Scientific Santaclausism, un'Associazione che sostiene l'esistenza di Babbo Natale e ne ricerca le prove!

 

Ma simbolo del Natale non è solo il nostro atletico vecchietto.
Dove si lasciano i regali per parenti e amici durante il periodo natalizio? Perché proprio un abete e non magari un melo, un pero o perché no, un ulivo che sarebbe al limite più congeniale al contesto biblico?!? Bisogna sapere che quella dell’albero di natale ha origine da tradizioni e mitologia nordiche; proviene dalla “celebrazione della luce” da cui ha origine il ceppo natalizio e quindi… l'albero di Natale.

Gli antichi popoli germanici, in particolare i Teutoni, festeggiavano il passaggio dall’autunno all’inverno ardendo ceppi nei camini e posizionando davanti alle case un albero ornato di ghirlande. Il ceppo doveva essere di quercia, simbolo di forza e solidità, e doveva bruciare per dodici giorni consecutivi. Simbolicamente veniva bruciato il passato e si coglievano i segni del prossimo futuro: le scintille che salivano nella cappa simboleggiavano il ritorno dei giorni lunghi, mentre la cenere veniva raccolta e sparsa nei campi per sperare in abbondanti raccolti.

Inoltre, vedendo nei sempreverdi dei simboli di prosperità, offrivano, appendendoli ai rami, doni agli elfi o ai folletti per accattivarsene la simpatia e i favori.

L’albero adornato divenne presto consuetudine estendendosi nelle altre zone del nord Europa. Alle ghirlande si unirono nastri, frutti e candeline finché, verso la metà del 1800, alcuni fabbricanti svizzeri e tedeschi cominciarono a preparare leggeri e variopinti ninnoli di vetro soffiato che diventarono di moda e costituirono l’ornamento tradizionale dell’albero natalizio. Arrivarono successivamente anche le lampadine e le decorazioni in plastica.

Ma quella descritta era solo una delle versioni.
In Germania si dice che San Bonifacio ed alcune persone erano radunati intorno ad una quercia; il santo tagliò la quercia e al suo posto crebbe un abete. Il nuovo albero simboleggiava la vita e la sua nascita era un simbolo divino paragonabile alla nascita di Gesù.

Sempre in Germania, un uomo alla vigilia di Natale rimase colpito dallo spettacolo di stelle che brillavano attraverso i rami di un abete. Per rendere partecipe la moglie di quella meraviglia tagliò un piccolo abete, lo portò a casa e lo mise in un vaso ornandolo con delle candeline rosse. Da qui si diffuse la tradizione di decorare l'abete.

Una leggenda americana racconta di un bambino che, sperdutosi in un bosco la vigilia di Natale, sopraggiunta la notte si addormentò sotto un abete. Per proteggerlo dal freddo che lo avrebbe fatto morire, l'abete si piegò fino a racchiudere il bambino tra i suoi rami. La mattina dopo trovarono il bambino che dormiva tranquillo sotto l'abete, tutto ricoperto di cristalli che luccicavano alla luce del sole. In ricordo di quell'episodio cominciarono a decorare l'albero ogni Natale.

Quella che poi secondo me è la più fantasiosa, è la leggenda che vede l'abete come uno degli alberi dal giardino dell'Eden. Ne esistono almeno due versioni;
Una narra dell'abete quale albero della Vita le cui foglie si avvizzirono ad aghi quando Eva colse il frutto proibito; l’albero non fiorì più fino alla notte in cui nacque Gesù. L’altra racconta che Adamo portò un ramoscello dell'albero del bene e del male con lui dall'Eden. Questo ramoscello più tardi divenne l'abete usato per l'albero di Natale e per la Croce di Gesù.

Nelle case italiane l’albero di Natale è arrivato da pochi decenni. La novità si deve alla regina Margherita, moglie di Umberto I, la quale carpì la moda che alla fine dell’800 dilagava tra le famiglie dell’alta nobiltà europea facendone allestire uno in uno dei saloni del Quirinale, residenza della famiglia reale. L’evento riscosse un tale successo da divenire popolarissimo anche tra le famiglie più povere.

Ma il Natale è più di tutto questo.

Il Natale non ha origini cristiane per quanto oggi si sia "convertito" alla celebrazione della nascita del Messia; è un giorno nel quale tutta la cristianità mondiale ricorda e festeggia la nascita di Gesù ed è sicuramente un’occasione per ricordare a tutti il vero messaggio biblico del Natale, nonostante, per ragioni storicamente valide, la data di quest’evento è errata. Ma, che sia il 25 dicembre o un qualsiasi altro giorno dell’anno, per certo quest’avvenimento ha cambiato il corso della storia dell’umanità.

Originariamente, nell'antica Roma imperiale, alla fine di dicembre si svolgevano delle celebrazioni particolari ispirandosi al mito di Iside e Osiride; i Romani festeggiavano infatti il solstizio d'inverno per l'allungarsi delle ore di luce e la rinascita della vita; il 25 dicembre in particolare, si svolgeva la principale festa pagana legata al culto del sole: la festa del dio Mitra.

Mitra era un’antica divinità persiana, celebrato dapprima come il capo degli spiriti buoni che governano il mondo e procurano all’umanità ciò di cui ha bisogno e in seguito come dio Sole, venne identificato con Elios dai greci dell’Asia Minore.

I seguaci di Mitra erano organizzati in comunità esclusivamente maschili alle quali si accedeva per mezzo di un rito segreto. Giunto a Roma intorno al 66 a.C. con i pirati cilici prigionieri di Pompeo, il mitraismo si diffuse rapidamente in età imperiale nelle province romane come culto rivale del cristianesimo, con il quale condivideva solo l’avversione nei confronti dei pagani. Dal mitraismo, che festeggiava il 25 dicembre la nascita del dio Sole, il cristianesimo iniziò a celebrare la festa del Natale.

Probabilmente tra il 325 e il 354 i Cristiani scelsero proprio questo, come giorno della nascita di Gesù, perché era già un giorno di grande festa.

Oltre agli auguri di buona salute, amici e parenti si scambiavano le "stranae" per festeggiare il "dies natalis": ricchi cesti di frutta, dolciumi e doni di ogni tipo, perché la nascita di Gesù e l'anniversario dell'ascesa al trono dell'Imperatore, divenissero il simbolo di una prosperità che avrebbe dovuto protrarsi per l'intero anno.

Le Chiese d’Oriente all’inizio rimasero fedeli alla celebrazione del Natale in data 6 gennaio, che successivamente venne adottata in Occidente come festività complementare al Natale per sottolineare, sulla base dell’episodio evangelico della venuta dei magi a Betlemme con i doni per il Bambino, il tema della manifestazione di Cristo a tutte le genti (Epifania infatti significa manifestazione).

Ma tralasciando, per evidenti ragioni di spazio, tutto ciò che riguarda origini, mitologia, leggende e superstizioni di ogni tipo, arriviamo al nostro Natale. Divenuto ormai una festa quasi esclusivamente consumistica sembra aver perso per molti il vero messaggio che dovrebbe portare.

Giovanni 3:16 Poiché Dio ha tanto amato il mondo che ha dato il Suo Unigenito Figlio, affinché chiunque crede in Lui non perisca ma abbia vita eterna.
Il Natale, il Vero Natale, è il giorno in cui è nata la certezza di un futuro migliore per tutti coloro che accettano la Sua opera in tutti i tempi: Gesù è il nostro sole della giustizia, un Gesù che sceso circa 2000 anni fa sulla terra, ritornerà per portare con Sé la Sua Sposa.

Additare il 25 dicembre perché lo si ritiene una “festa convertita” di origine pagana, significa dissociarsi dall’intera cristianità mondiale che ricorda la nascita di Gesù in questo giorno; anche il cristiano, dopotutto, non è nato tale ma lo è diventato per l’opera della grazia di Dio.

E’ con questo spirito allora e con somma gratitudine per quanto Gesù ha fatto e continua ancora oggi a fare nelle nostre vite, che vogliamo augurare a tutti... Buon Natale!!