Poiché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il Suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in Lui non perisca, ma abbia vita eterna (Giovanni 3:16)
Dio ha amato me e te, che ha dato il Suo Figlio Unico, perché noi, credendo in Lui, possiamo essere eternamente Suoi figli: l’ha fatto per amore nostro. L’Amore è una delle caratteristiche irrinunciabili del nostro amato Padre che infatti fa ogni cosa per amore. Egli stesso è Amore come dice il famoso verso: “…perché Dio è amore.” (1Giovanni 4:8b) e l’Amore è uno dei suoi attributi morali. Egli ha creato ogni cosa per amore.
Molte volte ci dimentichiamo che anche il nostro rapporto con Lui deve essere basato e regolato dall’amore, poiché Egli ci ha amato per primo e ci vede attraverso il sacrificio di Gesù Cristo. Comprendere la profondità dell’Amore di Dio significa comprendere la Grazia che ci ha elargito adottandoci come Suoi figli. Egli vuole con noi un rapporto di figliolanza e non di sudditanza. Gesù ci parla dell’amore del Padre: ...il Padre stesso vi ama, poiché voi mi avete amato e avete creduto che Io sono proceduto da Dio (Giovanni 16:27)
Noi esseri umani, appunto perché tali e non abituati a vivere con un Padre invisibile, tendiamo a trasformare questo fresco rapporto d’amore in una sterile regola religiosa. Ecco che allora il senso di responsabilità, che è il naturale prodotto della riconoscenza e dell’amore, diventa senso del dovere. Quante volte il nostro servizio a Dio è stato la conseguenza del senso del dovere e non del senso di responsabilità che scaturisce dall’amore per Lui?
Frasi come: “Devo pregare, devo leggere, devo andare in Chiesa, devo, devo, devo...”
Invece di: “Voglio pregare perché lo Spirito Santo mi benedirà sicuramente, leggo la Parola perché sicuramente il Signore mi dirà qualcosa attraverso di essa, vado in Chiesa perché quando sto con i miei fratelli in Cristo Dio fa sempre qualcosa di meraviglioso per la mia vita...”
Lo spirito che anima queste affermazioni è molto differente anche se il risultato talvolta può apparire uguale visto che entrambe rispondono al desiderio di impegnarsi con Dio. La prima frase risponde al senso del dovere mentre la seconda ad un rapporto d’amore coltivato e ben avviato.
Ogni buon rapporto deve essere coltivato con impegno, ecco dove ci viene richiesto “il sacrificio” (Romani 12:1): curare questo amore con senso di responsabilità.
Questa è l'attitudine che ha soltanto chi è riconoscente e innamorato del proprio “benefattore” ed è lo stesso tipo di amore che Gesù ha richiesto tre volte all’Apostolo Pietro con le famose domande:
“Mi ami tu?...” (Giovanni 21:15-17).
È interessante conoscere il significato della parola amore espressa da Gesù in questo verso: amore pronto al sacrificio (dal greco Agapao). Quell’amore pronto al sacrificio estremo di cui Gesù è stato il primo esempio.
Innamorarsi di Dio e dell’opera grande che ha fatto per noi dandoci Cristo e tutto quello che insieme a Lui ci ha elargito: questo è il segreto per operare e vivere la nostra vita cristiana mossi dall’Amore e non dal dovere.
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