Il carnevale

il Carnevale

A Carnevale ogni scherzo vale.
E’ questa la frase più famosa associata ad una festa che esiste da sempre ma della quale non è facile indagare circa origini e usanze varie.

Celebrazione dell’allegria per eccellenza, viene festeggiata da uomini di ogni età e ceto sociale con tradizioni diverse che si differenziano a seconda delle località geografiche; l’unica costante sono le strade e le piazze da ripulire al termine dei festeggiamenti!!

L'etimologia della parola è tutt'ora molto discussa: potrebbe derivare da Carna-aval o carne-vale cioè un invito a non mangiare carne; forse viene da Carnalia, festa romana in onore di Saturno; oppure ancora da carne-levamen, espressione con cui nel Medioevo si indicava la prescrizione ecclesiastica di astenersi dal mangiare carni a partire dal primo giorno di Quaresima fino al giovedì santo prima della Pasqua; o dall'espressione carnem-laxare cioè fare digiuno, astinenza. Per antitesi viene probabilmente da lì l’espressione giorni grassi (cioè quelli del Carnevale), durante i quali l’ordine è trasgredito e gli abusi tollerati, in contrapposizione all’astensione totale nei giorni magri, tipici della Quaresima.

Secondo una definizione generica comunque, il carnevale è una festa popolare collettiva trasmessa oralmente attraverso i secoli come usanza nelle feste pagane comprese tra il 17 dicembre (Saturnali in onore al dio Saturno nella mitologia greca) e il 28 febbraio (Lupercali in onore a "Dio Padre", nella Roma antica).

Dalle testimonianze storiche possiamo tuttavia apprendere che le maschere erano utilizzate dall'uomo fin dal Paleolitico, quando gli stregoni, durante riti magici e propiziatori, indossavano costumi adornati di piume e sonagli ed assumevano aspetti terrificanti grazie a maschere dipinte, nell'intento di scacciare gli spiriti maligni.

Ma è soprattutto nel mondo romano, dove si svolgevano feste in onore degli dèi, che possiamo ritrovare le origini del nostro Carnevale. Nell'antica Roma i festeggiamenti in onore di Bacco, detti Baccanali, si svolgevano lungo le strade della città e prevedevano già l'uso di maschere, tra fiumi di vino e manifestazioni che spesso degeneravano in orge. Le maschere avevano la funzione di nascondere l'identità delle persone che potevano così abbandonarsi, in tutta tranquillità, ai ritmi sfrenati della festa.

In marzo e in dicembre era la volta dei Saturnali, le feste sacre a Saturno, padre degli dei, che si svolgevano nell'arco di circa sette giorni durante i quali gli schiavi diventavano padroni e viceversa, dove il "Re della Festa", eletto dal popolo, organizzava i giochi nelle piazze, e dove gli spettacoli dei gladiatori intrattenevano il pubblico.

Secondo Livio, queste feste iniziarono all'epoca della costruzione del tempio di Saturno (263 a.C.). Negli anni i Saturnali divennero sempre più importanti, all'origine infatti duravano solo tre giorni, poi sette finché, in epoca imperiale, furono portati a quindici.

Con l'avvento del Cristianesimo e la conseguente abolizione di tutte le feste pagane, il Carnevale “cristiano” prese il sopravvento, mantenendo tuttavia ben vivo, quel desiderio di sfrenatezza e quell'elemento godereccio, retaggio dell'antica origine pagana.

Nel Medioevo poi, il Carnevale comincia ad ottenere un certo successo dovuto soprattutto all'uso del travestimento. Grazie a quest'ultimo infatti, si potevano abbattere le barriere dei ceti sociali: il ricco, travestito da povero, poteva concedersi comportamenti non consoni al suo rango, e, viceversa, il povero mascherato da ricco poteva recarsi in luoghi per lui inaccessibili e poteva avvicinarsi a persone appartenenti a classi sociali elevate.

I festeggiamenti culminavano solitamente con il processo, la condanna, la lettura del testamento, la morte e il funerale di un fantoccio che rappresentava allo stesso tempo sia un ideale sovrano di un auspicato e mai pago mondo di “cuccagna”, sia il capro espiatorio dei mali dell’anno passato. La fine violenta del fantoccio poneva fine ai festeggiamenti e costituiva un augurio per il nuovo anno in corso.

Se pur molto diverse le une dalle altre, le varie tradizioni carnevalesche hanno come denominatore comune il mascherarsi, la propiziazione e il rinnovamento della fecondità, in particolare della terra, attraverso l’esorcismo della morte. Non a caso, il periodo prescelto coincide con l’inizio dell’anno agricolo e, anche se oggi è quasi scomparso dappertutto quest’ultimo aspetto, è da considerarsi storicamente come il più importante, anche più delle maschere stesse.

Tuttavia oggi sono le maschere a farla da padrone ed è questo l’aspetto che ho intenzione di sottolineare.

Infatti tra i vari Arlecchino, Pulcinella, Biancaneve e Damigelle varie, esistono anche tipi di maschere che non vengono indossate solo in occasione del Carnevale. Sono quelle maschere che la società impone e che ogni giorno milioni di persone indossano per cercare di essere il figlio perfetto, l’amico trasgressivo e forte invidiato dai compagni, il capo intransigente che ha paura di non essere rispettato, il ragazzo con la battuta sempre pronta che cerca di essere accettato dal gruppo...

Gesù esortava i suoi discepoli a guardarsi prima di ogni cosa dall'ipocrisia.

Luca 12:1 ...«Prima di ogni cosa guardatevi dal lievito dei farisei, che è ipocrisia.

Il termine ipocrisia, etimologicamente significa "attore" (da hypokrités) ed è interessante sapere che nel teatro dell'antica Grecia coloro che recitavano con una maschera davanti al loro volto, erano conosciuti non come "attori" ma proprio con il nome di "ipocriti".

Dio non cerca cuori ipocriti, religiosi, o magari dei “sepolcri imbiancati” (per usare le parole di Gesù), ma sta cercando uomini e donne sinceri e totali nella consacrazione a Lui. Dio non desidera rapportarsi con individui che la domenica indossano la maschera dei bravi cristiani ma con persone schiette, umili e disponibili ad essere modellate dalle sapienti mani del Vasaio. Persone che Lo cerchino a faccia scoperta.

2Corinti 3:18 E noi tutti, contemplando a faccia scoperta come in uno specchio la gloria del Signore, siamo trasformati nella stessa immagine di gloria in gloria, come per lo Spirito del Signore.

 

04 febbraio 2015
Alessandra Scanu