Un uomo aveva cinque figli. Il maggiore era ubbidiente e sottomesso, mentre gli altri quattro erano ostinati e ribelli. Nei pressi del castello dove vivevano c'era un grande fiume, molto pericoloso, e il padre più volte aveva raccomandato loro di non avvicinarvisi ma i quattro fratelli ribelli noncuranti degli avvertimenti del padre un giorno, perso l'equilibrio, furono trascinati via dalla corrente.
Approdarono in una terra inospitale, abitata da gente primitiva e feroce. Tentarono di procedere controcorrente, ma le sponde ripide e le vette altissime che circondavano la valle li scoraggiarono dalla loro impresa. Determinati a non dimenticare la loro terra, ogni sera, si radunavano intorno al fuoco raccontandosi le storie dell'amato padre e del loro fratello maggiore ma uno ad uno, cominciarono a non presentarsi al consueto appuntamento:
il primo fu ritrovato con gli abitanti del luogo a costruire una "villa" di paglia e fango;
il secondo, dietro una collinetta nei pressi del fratello costruttore di capanne era intento a spiarlo per prendere nota degli errori e riferirne, un giorno, ogni particolare al padre.
Il terzo era al fiume impegnato a radunare sassi, per costruirsi un sentiero controcorrente e raggiungere suo padre.
Il più giovane, rimasto solo e riconoscendo l'inutilità delle decisioni dei fratelli, ritornò rassegnato intorno al fuoco.
Una mattina udì alle sue spalle una voce familiare: riconobbe suo fratello maggiore che era venuto, mandato dal padre, per ricondurli a casa. Rimasero a lungo abbracciati, poi il primogenito chiese dove fossero gli altri fratelli. Questi gli raccontò quello che era successo da quando erano approdati nella terra straniera, delle loro serate intorno al fuoco, e di come, uno ad uno, i fratelli avevano deciso di prendere una via diversa.
Il primogenito decise di andarli comunque a cercare.
I tre fratelli rifiutarono il suo invito: il primo aveva scelto il compromesso, il secondo aveva preferito il giudizio e il terzo il merito: nessuno di loro aveva scelto il padre.
Il più giovane, preoccupato, chiese se il padre, dopo tanto aver peccato, lo avrebbe riaccolto tra le sue braccia ma il Primogenito lo rassicurò dicendo: "Non mi avrebbe mandato fin qui se non ti avesse amato di un amore immenso". E presolo sulle sue spalle lo riportò a casa.
La parabola del fiume non è tratta dalla Parola di Dio ma illustra in maniera molto chiara il messaggio della grazia.
I quattro fratelli hanno udito lo stesso invito da parte del Fratello Maggiore che, mandato dal Padre li invitava a tornare a casa, ma non hanno avuto lo stesso tipo di reazione: solo il più piccolo ha scelto il Padre. I tre fratelli che hanno rifiutato il dono gratuito della grazia di Dio rappresentano tre categorie di persone che l'apostolo Paolo descrive molto bene nei primi 3 capitoli dell'epistola ai Romani:
1. EDONISTA
E' colui che segue una filosofia secondo la quale il piacere individuale è il bene più alto, il fondamento della vita morale dell'individuo. La società egoista di oggi si basa molto su questa filosofia cercando ottenere il proprio soddisfacimento a discapito del prossimo, ma Dio ha mandato il suo Primogenito affinché non viviamo più solo per dei beni temporanei ma per qualcosa che ha un valore eterno. (Romani 1:21-32; Luca 12:16-21; Isaia 22:13)
2. SENTENZIALISTA
E' quel tipo di persona che si sente migliore paragonando la sua condotta a quella degli altri, e filtra la pura grazia di Dio, diluendola attraverso il suo giudizio personale. Nel relazionarsi con l'uomo, Dio, non utilizza una scala di valori per la quale si è più o meno degni di ricevere i favori divini: o si è nella grazia di Dio o si è fuori. Tutti ne hanno bisogno e solo abbracciandola, si può, tramite l'esercizio della fede, ricevere quello che Gesù pagando al nostro posto ha già provveduto per noi.
Il sentenzialista è il tipo del figlio maggiore della parabola del figliol prodigo (Luca 15:11-32), ma è anche tipo dei lavoratori della parabola degli operai delle diverse ore (Matteo 20:16).
Dio elargisce la sua grazia in maniera incondizionata: è lecito avere un'opinione riguardo a certe situazioni, ma non si deve mai avere la presunzione di pensare che quel fatto non possa essere ricoperto dalla grazia di Dio.
3. LEGALISTA
(Romani 2:17-29) E' quel tipo di persona che cerca di costruirsi un sentiero che lo porti da sé stesso alla presenza del Padre dimenticando che solo la grazia di Dio è potente per colmare la distanza tra l'uomo e Dio. Lo stesso tabernacolo di Mosè ci insegna che dal Cortile fino al Luogo Santissimo l'unico elemento che rimaneva invariato era il sangue, simbolo del sacrificio di Gesù. E' umanamente impossibile guadagnare la presenza di Dio perché il fiume che ci separa da Lui non è un ruscello montano, ma un immenso fiume di peccati.
Dio ci invita, piuttosto, ad un altro fiume (Ezechiele 47:1-9) il fiume della grazia di Dio, v.8 Queste acque si dirigono verso la regione est, scendono nell'Arabah e sboccheranno nel mare; entrate nel mare, le sue acque del mare saranno risanate... e invita la Chiesa, in quanto Chiesa di primogeniti, ad inoltrarsi in questo fiume e ad operare nel ministero della riconciliazione sanando, mediante l'evangelo della grazia, le acque di questo mondo.
Tratto da una predicazione del p. Rosanna Lilli del 10/02/2002
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