Un giorno un uomo vide una grossa e prosperosa vite che da sola portava circa un migliaio di grappoli d'uva. Stupefatto e allo stesso tempo incuriosito dall'abbondanza di tanto frutto decise di fare un giro nei pressi della pianta prodigiosa per capire, in qualche modo, da cosa potesse derivare una così grande prosperità.
Pochi minuti dopo fu in grado di risolvere l'enigma: a poche centinaia di metri dalla vite scorreva un fiume di non poca importanza; le radici della pianta, estendendosi lungo il suolo proprio fino alle sponde del corso d'acqua, trovavano nutrimento nella ricca fanghiglia dell'alveo e assorbendone l'umidità, tiravano su la linfa per tutta quella distanza fino alla vite procurando cibo alla pianta che, come ragionevole conseguenza, non poteva far altro che portare frutto.
L'uomo, se pur incantato da una così grande meraviglia, non poteva credere che fosse solo questa la ragione di una così grande abbondanza e, voltate le spalle al fiume, decise di andare a parlare con uno dei tralci.
Mentre si avvicinava, cercava di formulare tra sè e sè il modo più cortese e meno invadente per non disturbare. Si fermò per ascoltare: non udiva nessun suono; nulla faceva presagire che di lì a pochi passi ci fosse un'immensa "fabbrica di uva"!
"Che operai diligenti -pensò- non un rumore, non un vocio. Devono lavorare di gran lena!".
Giunto nei pressi della vite, cercò con lo sguardo, tra le centinaia di tralci, quello che potesse dargli un minuto d'attenzione. Sapeva che non sarebbe stato un compito facile ma incominciò tuttavia ad esaminarli uno per uno al fine di ricercare il più disponibile.
Lo stupore fu incontenibile: stavano tutti dormendo!
Estremamente perplesso ma comunque deciso a portare a termine la sua missione, decise di svegliarne uno:
"Mi scusi?" -disse- "Siete in pausa? Vorrei farle una domanda".
Il tralcio aprì gli occhi e rispose sorridendo: "Pausa? Quale pausa? Stavo riposando... come sempre; ma dimmi, come posso esserti utile?"
L'uomo era ancora più sbigottito:
"Mi perdoni se l'ho disturbata. Non volevo interrompere il suo lavoro... o comunque il suo riposino. Sono venuto qui perchè non ho potuto fare a meno di notare che questa vite porta circa un migliaio di grappoli d'uva. Sono tanti, veramente tanti, e credo che il merito sia di voi tralci e del duro lavoro al quale siete sottoposti con orari ferrei e rigidi ...o almeno credo. Insomma, com'è possibile tutto quest'abbondare? Qual è la vostra mansione?"
Il tralcio rispose: "Uomo, ho sentito dire che sei saggio e so che puoi realizzare grandi meraviglie. So anche che molta forza e intelligenza ti sono state donate, ma ho una lezione per te: la cosa di cui hai bisogno veramente è di imparare a riposare nel tuo Signore Gesù. E' ciò che faccio io. Da sempre.
Da quando sono spuntato da quella vite sono passati anni e anni, e tutto ciò che ho fatto è riposare.
Quando è giunta la primavera non ho avuto alcuna ansia o preoccupazione. La vite ha immesso la linfa in me, dando origine al germoglio e alla foglia.
Quando è giunta l'estate, non ho avuto alcuna preoccupazione, e nel periodo di grande caldo mi sono fidato della vite che mi ha portato l'umidità per manternermi fresco".
Questo ovviamente non vuole essere un incoraggiamento al "dolce far niente"! Credo fortemente nel servizio ed anzi sono convinta che se Dio decidesse di pubblicare un Suo vocabolario, alla voce riposare scriverebbe: lavorare nella perfetta volontà di Dio!!
Lavorare nel Regno di Dio non significa portare avanti i propri progetti ma quelli del Padre che, delegandoci, ci dà anche l'abilità e la forza necessaria per portarli a compimento.
Il riposo sta nel sapere che essendo la volontà di Dio sarà Lui stesso a preoccuparsi dell'esito del lavoro e, anche se a volte non veniamo informati di "tanti dettagli", Lui ha la visione completa del progetto.
Giovanni 15:4-5 Dimorate in me e io dimorerò in voi; come il tralcio non può da sé portare frutto se non dimora nella vite, così neanche voi, se non dimorate in me. Io sono la vite, voi siete i tralci; chi dimora in me e io in lui, porta molto frutto, poiché senza di me non potete far nulla.
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