Significato del nome
Come nome, Miriam appartiene al ceppo di parole che hanno diverse radici ma tutte suggeriscono "amarezza".
Miriam quindi, nel suo significato di "amarezza", "ribellione", aveva un nome ad hoc perchè a causa della sua gelosia, il suo destino fu di un'amarezza estrema.
Riferimenti Biblici: Esodo 15:20-21; Numeri 12:1-15; 20:1; 26:59; Deuteronomio 24:9; Michea 6:4.
Connessioni familiari
Miriam era l'ultima figlia di Amram e Jochebed e sorella di Mosè ed Aaronne.
La narrativa biblica lascia capire che Miriam rimase single per tutta la vita e che il suo più alto interesse ed ideale, come riporta lo studioso George Matheson, "non era il matrimonio ma la nazione; la sua non era una missione domestica ma patriottica... Miriam, la non sposata, è un'eroina per un tempo in cui il celibato femminile non era considerato come una consacrazione, in un Libro in cui il vincolo coniugale è considerato la gloria della donna!".
PRESSO LE RIVE DEL NILO... una sorellina giudiziosa
Quando Faraone comandò che tutti i bambini maschi ebrei fossero gettati nel Nilo, Jochebed, madre di Mosè e di Miriam escogitò un sistema per salvare suo figlio... "Preparò un canestro di giunchi, lo spalmò di bitume e di pece, vi pose dentro Mosè e lo pose nel canneto sulla riva del fiume. La sorella del bambino (Miriam) se ne stava ad una certa distanza per sapere quel che gli sarebbe successo. Or la figlia del Faraone scese per fare il bagno al fiume mentre le sue ancelle passeggiavano lungo il fiume. Ella vide il canestro nel canneto e mandò la sua serva a prenderlo. Lo aprì e vide il bambino; ed ecco il piccolo piangeva; ella ne ebbe compassione e disse: - Questo è un bambino ebreo" (Esodo 2:3-6).
Era affamato. Chi poteva nutrirlo?
A questo punto entrò nella scena la piccola Miriam che, apparentemente spinta dalla curiosità di ciò che stava accadendo, non rivelando la sua parentela con il piccolo, suggerì innocentemente alla principessa di trovare una balia ebrea anzi, lei stessa l'avrebbe condotta là.
Quindi, l'acuta prontezza di Miriam, una bambina di dieci/dodici anni, salvò il fratellino che fu chiamato Mosè dalla principessa stessa.
PRESSO LE RIVE DEL MAR ROSSO... una poetessa di talento ed una profetessa
Miriam appare per la prima volta per nome quando viene definita una "profetessa" ed identificata come sorella di Aaronne.
Sia le sue parole che le sue azioni erano piene di ispirazione divina ed era considerata una leader e un modello per le donne israelite.
Profeti e profetesse erano e sono tuttora coloro che sono suscitati da Dio ed ispirati dallo Spirito Santo per proclamare la volontà ed il proposito di Dio.
E' presso le rive del Mar Rosso che vediamo Miriam emergere così prominentemente, proclamando e cantando la potenza e la fedeltà di Dio. Fu lei che condusse le israelite nella danza e nell'accompagnamento musicale mentre cantava un'ode di vittoria e di lode (Esodo 15:20-21).
Se si considera il tempo intercorso tra il salvataggio di Mosè e l'episodio del Mar Rosso, si può ben dire che Miriam era ormai una donna attempata!
Come prima cantante di Israele, Miriam cantò per Dio, usando il suo dono per elevare gli animi.
Il Mar Rosso era ormai dietro di loro ma avevano davanti a loro un arido deserto da affrontare e Miriam sapeva che avrebbero marciato meglio se avessero cantato, ricordando a loro stessi quello che Dio era stato ed era ancora capace di fare per loro!
NEL DESERTO... una sorella gelosa
Quale specchio fedele dei caratteri è la Parola di Dio!
Svela onori ed infamie. Riporta la verità nascosta di coloro che descrive.
Miriam, paradossalmente, si ribellò contro la missione della sua vita che era quella di proteggere e collaborare con Mosè (che lei stessa aveva contribuito a salvare) perchè salvasse il suo popolo!
Miriam era, soprattutto, una patriota fedele il cui amore per la nazione superava quello del celebre fratello. Il fatto che fosse lui l'emissario scelto da Dio per guidare Israele dalla schiavitù alla libertà la fece ribellare per due ragioni:
La sua gelosia la portò a rigettare sia la posizione di Mosè come leader della moltitudine, che la scelta di Mosè riguardo alla moglie.
Miriam era infastidita al massimo sia del governo che del matrimonio di Mosè.
Miriam si ribellava contro il fatto che la seconda moglie di Mosè fosse un'Etiope, una Cushita, una bellissima donna di colore proveniente da una terra a sud dell'Africa presso le cateratte del Nilo.
In quel tempo Miriam era ormai una donna attempata e mal sopportava la presenza di una donna più giovane e più attraente così vicino a suo fratello.
Miriam disprezzava la moglie di Mosè non tanto perchè era di colore ma perchè era una straniera.
L'orgoglio razziale di Miriam rendeva la moglie di Mosè inaccettabile!
Quella di Miriam non era tanto una gelosia femminile quanto patriottica.
Lei era un esemplare comprovato della razza ebraica e, secondo i dettami di allora, temeva fortemente che la moglie di Mosè avrebbe compromesso la purezza della razza!
Gli Etiopi odiavano l'adorazione al vero Dio quindi Miriam temeva l'eventuale influenza che la nuova moglie avrebbe avuto su Mosè.
Ma l'affronto più grande fu il rifiuto sarcastico della leadership di Mosè.
Fino ad allora Miriam era stata il simbolo dell'unità nel condividere i trionfi e le speranze di Israele.
Ora, purtroppo, Miriam emerge come leader della discordia, della divisione e del malcontento.
Sebbene anche Aaronne fosse unito alla sorella contro l'autorità di Mosè, dall'ordine dei nomi si evince che fosse lei l'istigatrice e la promotrice della ribellione (Numeri 12:1).
La gelosia e la paura di veder minate le loro rispettive autorità li portarono a dire: "Ha Dio parlato solo attraverso Mosè? Non ha parlato anche attraverso di noi?"
Miriam ed Aronne aspiravano ad una suddivisione paritaria di potere accanto a Mosè!
Ma non era questa la volontà di Dio che, sebbene si fosse usato di Miriam ed Aaronne come profeti, chiarì molto bene che con Mosè aveva un rapporto più stretto, perchè con lui "parlava faccia a faccia".
Anche se Mosè, divenuto ormai l'uomo più mansueto della terra, non avesse chiesto giustizia, Dio stesso prese le sue difese e riprese duramente i suoi due fratelli gelosi.
FUORI DALL'ACCAPPAMENTO... una donna lebbrosa
L'orgogliosa e gelosa profetessa fu condannata all'umiliazione più dura da sopportare... la lebbra!
Anche se Aaronne era d'accordo con la sorella nel mettere in discussione l'autorità di Mosè, il giudizio di Dio cadde solo su Miriam a riprova che fu lei l'istigatrice e la promotrice della ribellione.
Quanto deve essere stato umiliante per lei vedersi schifata da tutti, additata come "impura", lei che fino a poco tempo prima capeggiava tutti in trionfo!
Mossi a compassione, Mosè ed Aronne intercedettero per la sua guarigione e, dopo una settimana di interdizione dall'accampamento, Dio la guarì ed ella potè essere reinserita tra il popolo.
Quando poi, in seguito, Mosè scriverà la legge relativa alla lebbra (Deuteronomio 24:9) menzionerà proprio sua sorella come esempio.
In conclusione, il suo tentativo di rimuovere Mosè dalla sua posizione di leader si era risolto con la sua umiliazione e con un Dio che, vendicando Mosè, ne rafforzava la leadership.
A KADESH... una donna morente
Si narra che Miriam non visse molto dopo quella settimana di "disciplina divina" e che non morì di vecchiaia ma di "crepacuore".
Una volta rimessi in marcia verso la Terra Promessa, dopo quella sosta obbligata di una settimana, la Bibbia non riporta alcuna altra azione di Miriam.
E' possibile che il suo rammarico le avesse "spento" il canto e la sua voce profetica?
Una cosa sappiamo: Miriam non entrò a Canaan e fu seppellita a Kadesh-Barnea dove Israele la pianse (Numeri 20:1).
Quali lezioni possiamo imparare da questa gelosia e quest'ambizione che erano latenti nel carattere di questa donna?
Dovremmo imparare ad allontanare la tentazione di esercitare il potere a discapito della nostra influenza!
Miriam aveva una grande influenza nella sua sfera di profetessa e di leader delle lodi di Israele, ma non si accontentò.
Bramava più potere al pari di Mosè!
La lezione più incisiva che dovremmo apprendere da Miriam è che è offensivo verso il nostro carattere essere scontenti delle nostre peculiarità e desiderare gelosamente un più alto posto d'onore occupato da altri!
Anima mia, non dimenticare mai che è stata l'invidia a crocifiggere il Signore Gesù Cristo, Personificazione della vera umiltà!
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