Un giorno apparve un piccolo buco in un bozzolo.
Un uomo che passava per caso, si mise a guardare la farfalla che per varie ore, si sforzava ad uscire da quel piccolo buco.
Dopo molto tempo sembrava che essa si fosse arresa e che il buco fosse sempre della stessa dimensione; sembrava che la farfalla ormai avesse fatto tutto quello che poteva e che non avesse più la possibilità di fare nient'altro.
Allora l'uomo decise di aiutare la farfalla: prese un temperino ed aprì il bozzolo. La farfalla uscì immediatamente. Però il suo corpo era piccolo e rattrappito e le sue ali erano poco sviluppate e si muovevano a stento.
L'uomo continuò ad osservare perchè sperava che, da un momento all'altro, le ali della farfalla si aprissero e fossero capaci di sostenere il corpo, e che essa avrebbe cominciato a volare.
Ma non successe nulla! La farfalla passò il resto della sua esistenza trascinandosi a terra con un corpo rattrappito e con le ali poco sviluppate. Non fu mai capace di volare.
Ciò che quell'uomo, con il suo gesto di gentilezza e con la genuina intenzione di aiutare, non capiva, era che passare per lo stretto buco del bozzolo era lo sforzo necessario affinchè la farfalla potesse trasmettere il fluido del suo corpo alle sue ali, così che essa potesse volare.
Era l'unica maniera con la quale poteva crescere e svilupparsi.
A volte lo sforzo è esattamente ciò di cui abbiamo bisogno nella nostra vita. Se vivessimo la nostra esistenza senza incontrare nessun ostacolo, saremmo limitati. Non potremmo mai essere così forti come siamo. Non saremo mai in grado di volare.
Leggendo questa storia il mio pensiero è andato ad un episodio della Bibbia molto noto nel quale l'uomo ha tentato di "aiutare" Dio perchè non ha avuto la pazienza di aspettare i Suoi tempi.
Abramo aveva ricevuto una promessa da Dio: sarebbe diventato Abrahamo, padre di moltitudini.
Era un uomo di fede, sapeva che Dio era fedele da adempiere la Sua promessa ma ha pensato che con un "piccolo aiuto" tutto si sarebe risolto più velocemente...ed effettivamente è stato così. Abramo ha davvero avuto un figlio da Agar, la serva di Sara, ma questi non era il figlio della promessa così come la farfalla uscita dal bozzolo precocemente non è potuta diventare una vera farfalla.
Andando avanti con la storia, si nota una particolarità: Agar, fuggita nel deserto dalla presenza della sua padrona si sedette presso un pozzo e fu visitata dall'Angelo dell'Eterno.
Genesi 16:10 Poi l'angelo dell'Eterno soggiunse: "Io moltiplicherò grandemente la tua discendenza tanto che non la si potrà contare a motivo del suo gran numero"
Anche Ismaele pur non essendo il figlio della promessa ha avuto una grande discendenza; questo la dice lunga su come a volte giudicare una situazione dalle sole apparenze non può stabilire se questa sia qualcosa che ha un origine divina o meno. Come è vero che un albero si riconosce dai frutti è anche vero che la somma della Parola è verità e Ismaele sarebbe stato come "un asino selvatico, la sua mano sarebbe stata contro tutti e la mano di tutti contro di lui" (Genesi 16:12).
L'albero Isacco e l'albero Ismaele sono stati entrambi carichi di frutti ma non è la quantità di questi a determinarne la qualità: il mansueto Isacco, legato dal padre per il sacrificio è risultato essere qualitativamente diverso dall'asino selvatico Ismaele.
Per poter volare, è necessario passare attraverso il piccolo buco del bozzolo: a volte si può avere l'impressione di camminare senza una meta perchè tutto intorno a noi sembra perdere di significato ma è qui che viene in soccorso la fede: Dio è con noi e con la Sua mano paterna sta conducendo i nostri passi e sta anzi equipaggiando la nostra vita verso una gloriosa meta.
E quale meta è più gloriosa della realizzazione del piano di Dio per la nostra vita?
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