AGAR - perse un otre, trovò un pozzo

Agar e Ismaele nel deserto

Riferimenti Biblici
Genesi 16; 21:9-17; 25:12; Galati 4:24-25

Significato del nome
Agar, un nome egiziano, somiglia molto etimologicamente al termine arabo "fuga", a noi familiare in quanto ricollegabile alla storia di Maometto, discendente di Agar.
Può essere preso come un adattamento del suo nome originale alle circostanze principali della sua vita e inteso a significare ciò che Agar diventò: fuggitiva o immigrante.

Connessioni familiari
Mentre la Bibbia non ci riporta nessun riferimento alla sua genealogia, la leggenda ha supplito a questa lacuna con l'asserire che Agar fosse la figlia di quel Faraone che aveva invano covato nel suo cuore il desiderio di possedere Sara, moglie di Abramo.
Questa fonte leggendaria afferma che la principessa egiziana si affezionò a tal punto a Sara da dire a suo padre che lei desiderava accompagnare Sara a tornare da Abramo.
"Come può essere" replicò il Re, "così non sarai nient'altro che una sua schiava!"
"Meglio essere una schiava nella tenda di Abramo che una principessa in questo palazzo" rispose la figlia.
Agar non voleva più continuare a praticare i riti idolatri della sua gente, così quando Abramo e Sara partirono, lei andò con loro. Come Abramo era un missionario tra gli uomini, così Sara era tra le donne un'attiva missionaria della fede nell'Eterno Geova ed Agar si convertì al vero Dio!

Anche se questa è una piacevole leggenda ciò che è verosimile è il fatto che Agar era una schiava egiziana che Sara si era procurata durante la permanenza in Egitto.
Agar diede ad Abramo il suo primogenito, Ismaele, dando così origine agli Ismaeliti ed ai popoli arabi da cui proviene Maometto, fondatore dell'Islam.
Essendo Agar una schiava, la sua padrona, Sara, aveva il diritto di farne ciò che voleva.
Sapendo che per lei era umanamente impossibile avere dei figli, decise di offrire al marito la sua schiava perchè Abramo potesse divenire padre - usanza che rientrava negli standard morali di quei tempi!

Ma tutta la faccenda era un vero e proprio peccato davanti a Dio - peccato di cui tutti e tre, anche se a livelli di responsabilità diversi, furono colpevoli.

Sara mancò di fiducia nei confronti di Dio servendosi di espedienti immorali... Come figlia della fede non sapeva che Dio poteva fare l'impossibile per dare ad Abramo la progenie promessa?!
Per quanto riguarda Abramo, l'"amico di Dio", invece di adeguarsi alle usanze correnti, avrebbe dovuto rifiutare con determinazione la proposta di Sara ed obbedire alla Legge di Dio continuando con perseveranza a credere nella divina promessa.
Il tentativo di ottenere il Figlio della Promessa da Agar è stata infatti l'evidenza della mancanza di fede nell'Onnipotenza di Dio!
Relativamente ad Agar, sebbene la meno libera di decidere e la meno responsabile, non avrebbe comunque dovuto accondiscendere a quest'iniqua alleanza che l'avrebbe gratificata nelle sue ambizioni personali.
Quanta sofferenza, quant'angoscia e desolazione ha mietuto Agar a causa della sua complicità nell'intento di dare un erede ad Abramo! (Genesi 15:4,5)

Sebbbene il capitolo che riporta questo "metodo indegno" di realizzare il proposito di Dio sia uno solo e breve, eppure come il versetto più breve della Bibbia (Giovanni 11:35 "Gesù pianse") è saturo di lacrime.

Genesi 16 è composto di soli sedici versi da cui possiamo evidenziare le tre configurazioni seguenti:

LA FOLLIA DI SARA
Abbiamo già visto che la follia di Sara ha le sue radici nell'incredulità. Era impaziente e voleva il figlio promesso senza alcun ritardo. La sua incredulità divenne contagiosa ed "Abramo acconsentì alla voce di Sara".
La frase infelice che pronunciò: "Il Signore giudichi.." (v.5) avrebbe dovuta rivolgerla a Dio prima di fare il passo falso!
Lei era una donna devota (Ebrei 11:11) ma era caduta nella rete dell'incredulità.

Con la sfiducia era venuto il disonore. Lei lamentò "la sua offesa" sebbene la vera vittima fosse Agar. Il peccato di Sara portò un frutto amaro perchè nel proporre Agar ad Abramo lei stessa diede origine ad una rivalità che attraverso i secoli ha inasprito sempre più gli animi e che fiumi di sangue ancora oggi non riescono a placare.

LA FUGA DI AGAR
L'espediente umano di Sara diede immediatamente seguito a un conflitto. Essendo rimasta incinta del seme di Abramo, Agar disprezzò la sua sterile padrona e tra queste due donne si insinuò come una serpe una tale gelosia che fu trapiantata anche nel cuore dei loro figli.
Infatti Ismaele iniziò a deridere e vessare Isacco e questo fece nascere discordia anche tra Abramo e Sara.
Il malvagio trattamento che Sara riservò ad Agar non solo fu crudele ma anche irrazionale...non era stata Sara la causa del suo male e della sua gelosia? Dunque, era irragionevole che lei facesse ricadere la sua colpa su altri!

Stando così le cose, padrona e schiava potevano a stento vivere insieme, quindi Agar fuggì (sebbene fosse vietato ad una schiava di abbandonare la casa della sua padrona). Meglio una fuga che una guerra! - avrà pensato.
Lontano da casa, "sulla via di Sur" l'apparizione di un angelo, calmo e gentile messaggero di Dio, deve essere stato un sollievo per questa povera donna incinta in fuga.
Sebbene fuggisse lontano dalla sua gelosa padrona, Dio rimase sempre accanto a lei e le disse nella sua distretta: "Ritorna dalla tua padrona".
Agar aveva lasciato la sua posizione senza avviso e senza permesso, quindi doveva tornare indietro. Sara aveva sbagliato con lei, ma questo non l'autorizzava a ricambiare con un altro errore. "Due errori non fanno un cosa giusta!"
Non era una cosa facile per Agar tornare e suttomettersi a Sara ma era l'unico percorso giusto e una rivelazione divina l'aiutò a perseguirlo.

Presso quel pozzo rinomato, Agar realizzò che Dio non l'aveva mai persa di vista, mai abbandonata anzi, era proprio accanto a lei per sostenerla e consigliarla sul da farsi.
Se non avesse seguito il consiglio divino sarebbe sicuramente morta nel deserto insieme al figlio che aveva in grembo!
Dio le fece la promessa che, nonostante i suoi padroni avessero agito male nei suoi confronti mettendola in una posizione scomoda, il Suo favore sarebbe rimasto su di lei ed avrebbe avuto un figlio che sarebbe divenuto progenitore di una grande moltitudine.
La promessa di Dio fu come un balsamo per lo spirito ferito di quella povera e misera schiava!
Sebbene Ismaele - nome che Dio suggerì ad Agar per suo figlio - non sarebbe stato "il figlio della Promessa" in quanto doveva esserlo Isacco, sarebbe stato comunque il figlio di una promessa che Dio aveva fatto a lei.

C'è da meravigliarsi se lei chiamò quel pozzo presso cui Dio le parlò e le rivelò il futuro di suo figlio "Beth-lahai-roi" che significa "il pozzo di Colui che vive e mi vede"?
Fu lì che il velo cadde dagli occhi di Agar nel ricevere la rassicurazione di essere oggetto di una cura particolare da parte di Dio.

Uno studioso di profili biblici nel descrivere Agar esordisce dicendo:
"Agar, a motivo dell'estremità della sua sofferenza, a motivo della profondità della sua desolazione e della sua contrizione di spirito e, a motivo della grazia sovrana e della misericordia abbondante di Dio, Agar, io dico, sale ad un alto rango di fede, di fiducia, di esperienza e di sicurezza. Agar, per me, si distingue persino tra gli eletti di Dio. Solo uno o due la possono affiancare nella sua scoperta di Dio, nella sua vicinanza con Dio, nella sua comunione faccia a faccia con Dio, nel ricevere istruzioni da Dio, nell'essere confortata e nel veder riaccendersi la speranza di un futuro migliore..." I puri di cuore vedranno Dio"!

LA PREDIZIONE RIGUARDO ISMAELE
Forte della rivelazione di Dio ricevuta nel deserto, Agar tornò dalla sua padrona e diede un figlio ad Abramo.
Abramo aveva a quel tempo 86 anni (Genesi 16:16); poi quando raggiunse i suoi 100 anni (Genesi 21:5) Sara le diede Isacco.
Questo significa che per oltre 14 anni Agar e suo figlio vissero nella casa patriarcale con tutte le tensioni ed i sentimenti che devono esserci stati in quanto Sara aveva continuamente sotto gli occhi un figlio che suo marito aveva avuto con un'altra donna.
Dopo la nascita di Isacco, Agar e suo figlio iniziarono a manifestare la loro gelosia e quando Ismaele iniziò a maltrattare Isacco, Sara non potè più sopportarlo e costrinse Abramo a cacciare la schiava e suo figlio.

Dato che i nomi biblici spesso riflettono alcuni aspetti del carattere di chi li porta, così il nome Ismaele, che significa "Dio ascolterà", fu totalmente compreso da Agar quando nel deserto (Genesi 21:9-21) Dio ascoltò il gemito del suo cuore spezzato.

Quanti poeti e pittori hanno cercato di interpretare la storia così dolorosa di questa povera donna e di suo figlio nel deserto, assetati e così vicini alla morte!
Uno dei capolavori della Dresden Gallery è appunto il quadro chiamato "Agar nel deserto" e glaciale è quel cuore che riesce a guardarlo senza provare emozioni!
Il ragazzo è dipinto di spalle, morente di sete, mentre la sua povera ma bellissima madre è ritratta in un'agonizzante preghiera in cui alzando la voce dice: "Non voglio vedere il fanciullo morire!"
Ci può essere qualcosa di più toccante?

Anche se Agar aveva effettivamente "disprezzato" Sara e "schernito" Isacco, certamente non meritava di essere trattata così crudelmente - morire di fame e di sete in una terra arida!
Ma proprio l'estremo di Agar divenne l'opportunità di Dio!

Quando l'ultima goccia d'acqua dell'otre che Abramo le aveva dato era finita e Agar aveva posto teneramente suo figlio quasi morto sotto un cespuglio, Dio udì il grido agonizzante del giovane ed anche i gemiti del cuore affranto di Agar perchè dal cielo giunse la voce dell'Angelo di Dio che, chiamandola per nome, le disse: "Che hai Agar? Non temere perchè Dio ha udito la voce del ragazzo là dove si trova...poi Dio le aprì gli occhi e vide un pozzo d'acqua...". Così sia lei che suo figlio scamparono alla morte.

Abramo le aveva dato un otre che presto si svuotò, ma Dio le diede un pozzo che dissetò il ragazzo permettendogli di vivere, crescere e divenire un arciere nel deserto!

L'ultima visione che abbiamo di Agar è quella in cui provvede per suo figlio una moglie del paese di Egitto - terra di idoli e di mondanità (Genesi 21:21).
Ignorando le istruzioni di Abramo e la misericordia di Dio, Agar sbagliò nella scelta della moglie di suo figlio!

Le lezioni pratiche da imparare dalla storia di Agar possono essere riassunte così:

- Nuove posizioni possono rappresentare delle tentazioni;
- In tempi di prova e difficoltà possiamo reagire in modo sconsiderato;
- L'Iddio Onniveggente si cura amorevolmente di chi è solo;
- C'è un proposito divino per ogni persona malgrado le delusioni e i disinganni;
- Dio porta avanti il Suo proposito a volte attraverso metodi apparentemente duri;
- Le esperienze che fanno i Suoi figli, anche se tra le più dure, sono sempre accompagnate dalla Sua forza, il Suo conforto ed il Suo incoraggiamento.

Rimane da aggiungere che Paolo usa la storia di Agar come un'allegoria per distinguere la legge dalla grazia (Galati 4:21-31).
Agar la schiava è in contrapposizione a Sara la libera, e Ismaele "nato dalla carne" è in contrapposizione ad Isacco "nato dalla promessa"; quindi libertà e grazia sono le qualità che caratterizzano il Cristianesimo; Agar rappresenta l'Antico Testamento e Sara il Nuovo Testamento che è superiore all'Antico insieme ai suoi ordinamenti.
Sotto la grazia tutto ciò che è nella progenie della fede vive per fede e Sara rappresenta "la Gerusalemme di sopra" - nostra madre che è la città spirituale libera di cui fanno parte anche adesso tutti i figli della promessa! (Filippesi 3:21)