Secondo i risultati di una ricerca condotta nel Parco Nazionale d’Abruzzo, nel Lazio e in Molise, la presenza di alberi morti nel bosco è stata particolarmente importante per molte specie animali.
Il “picchio dorso-bianco di Lilford“, ad esempio, è diffuso in poche aree dell’Europa centro meridionale ed è presente nell’Appennino con 240/300 coppie. I 121 nidi censiti sono stati scavati proprio nel tronco di faggi morti.
Molti insetti saproxilici, soprattutto coleotteri hanno colonizzato alberi caduti e morti.
Le specie che ne hanno beneficiato in maniera più consistente sono state finora 5 e hanno utilizzato la maggiorparte parte dei 112 alberi caduti nel bosco: la cinciallegra con 75 nidificazioni, la ciciarella con 7, l’allocco con 2 e infine il picchio muratore e il piglia mosche, entrambi con una nidificazione .
Un albero morto come abbiamo visto è una risorsa per la foresta: crea un habitat ideale in grado di garantire la sopravvivenza di molte specie di insetti, uccelli e funghi.
Se è vero che un albero morto assicura la vita a molti animali, la morte e la Resurrezione di Gesù Cristo sono state la nostra salvezza.
Dopo la disubbidienza di Adamo ed Eva il peccato ci aveva separato da Dio non permettendoci di avere più comunione con il nostro Creatore. Tuttavia nel Vecchio Patto, Dio aveva stabilito che una volta l'anno, attraverso il Tabernacolo che si era fatto costruire, un sacerdote potesse entrare nella Sua presenza portando con sè i peccati di tutto il popolo.
Più avanti vediamo realizzare il progetto del nostro Signore: Dio ha mandato sulla terra il Suo figlio Gesù a morire sulla croce per i nostri peccati, e ha strappato quella cortina che ci separava dalla presenza di Dio. In virtù di questo abbiamo libero accesso al Luogo Santissimo (luogo dove nel Tabernacoo dimorava la presenza di Dio) non solo una volta l'anno e non per i nostri meriti ma per la grazia di Dio e per l'opera di Gesù che ha vinto la morte resuscitando il terzo giorno.
L'apparente sconfitta del Golgota altro non è stata che il trionfo della vita sulla morte, una morte necessaria per poterci pemettere di andare "legalmente" e liberamante a Dio.
Quindi, la morte di Gesù, non è stata una disattenzione del Padre verso il Figlio, ma un atto deciso da Dio per fare in modo che noi oggi potessimo ricevere la salvezza, parlare con Lui, vivere per Lui.
Attraverso la MORTE abbiamo avuto la VITA.
- Accedi o registrati per inviare commenti