Tutta l'Italia è rimasta scioccata dalla tragedia della nave da crociera Concordia dell'isola del Giglio. Ad addolorare non è stata solo la perdita di vita umane ma anche l'assurdità delle sue cause, da ricercarsi principalmente nella criminale condotta del capitano, ormai tristemente noto in tutto il mondo.
Così a questo arriva l'uomo. Per le proprie colpe e per salvare la propria vita lascia che siano altri a morire al posto suo.
Ma esistono dei rotoli antichi che parlano di un'altra nave il cui destino sembrò, per un istante, votato al medesimo epilogo. Permettetemi di raccontarvi questa storia, così come l'ho scoperta, descritta su questi antichi rotoli.
Tanto tempo fa, una nave, solcava i mari della storia dell'uomo provenendo lì da dove la prima di tutte le albe del mondo era sorta. Anche il nome di questa nave era Concordia ed era sta chiamata così poiché essa era la Concordia di Dio. Ma ad un tratto fu compiuta una manovra proibita e l'irrimediabile avvenne. La nave cominciò ad essere ingoiata dai flutti della morte e cominciò pericolosamente ad inclinarsi su un fianco. Gli uomini di tutte le età, popoli e nazioni sembravano essere destinati alle spume buie di quel profondo mare nero chiamato Ades, che, ansioso e certo del suo diritto, li reclamava dal basso per ingoiarli senza alcuna pietà.
Ma all'irreparabile, sulla nave Concordia di Dio, fu aggiunto l'imprevedibile. A bordo vi era anche un uomo, che avrebbe saputo come drizzare la nave così da ripristinarne il giusto assetto, ma aveva un problema. Quando la nave Concordia di Dio si era inclinata il figlioletto che era con lui era scivolato oltre la ringhiera ed ora se ne stava miracolosamente aggrappato alla sua mano. Avrebbe dovuto agire immediatamente, ma per fare ciò avrebbe dovuto mollare la presa per raggiungere la cabina di comando lasciando cadere il suo figlio, il suo unico figlio.
Così questo padre alzò gli occhi e vide decine di bambini, vecchi, uomini e donne come piccole formiche in preda al panico alla ricerca disperata di una via di salvezza. Così l'uomo si voltò verso il figlio appeso alla sua mano e disse una cosa inaudita: "Figlio mio, devo lasciarti andare per la vita di molti ma solo se tu lo vorrai". Il figlio guardò suo padre dal basso verso l'alto, con i piedi penzolanti su un mare di morte, ed annuendo col capo lentamente rispondendo gli disse: "Va bene papà, lasciami andare giù, salviamoli tutti".
Fu un istante. La mano del padre si aprì improvvisamente mentre il figlio lo cercava ancora con gli occhi. Il padre ebbe modo di riconoscere lo sguardo di un figlio che si sentiva tradito, abbandonato, perché quella cosa chissà, forse sarebbe dovuta accadere in un momento o in un modo diversi.
Una cosa era certa: quel padre non avrebbe mai dimenticato il figlio che mentre cadeva gridava " Padre Mio, padre mio perché mi hai abbandonato?". Le lacrime del padre scendevano copiose, ma ora c'era bisogno di pensare alla nave.
Arrivò nella cabina, afferrò il timone e la nave immediatamente si drizzò. Tutti erano salvi, grazie alla morte del figlio. Così per la morte di uno se ne salvarono tanti. Allora accadde qualcosa di miracoloso. Il nome Concordia scritto in blu sui fianchi della nave cambiò colore tingendosi di rosso e le lettere, come divenute liquide, cominciarono a plasmare un altro nome, quello del Figlio. Il Figlio infatti non era morto, ma era tornato. Ma quel Figlio non era tornato sulla nave. Quel Figlio era diventato la nave. Quel Figlio era Gesù Cristo.
Così a questo arriva l'uomo. Per le proprie colpe e per salvare la propria vita lascia che siano altri a morire al posto suo.
Così a questo arriva Dio. Per le colpe di altri e per salvargli la vita lascia che sia il Figlio a morire al posto loro.
Alessandro Lilli
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