Ho pensato a questo soggetto qualche tempo fa, quando casualmente sono venuto in possesso di una bussola. Ero a casa, l'ho aperta e subito l'ago ha cominciato a girare fermandosi poi sul nord.
Non ho dimestichezza con le bussole, perciò vedere quell'ago puntare risolutamente sul nord mi ha fatto un certo effetto e subito la mia mente ha pensato agli esploratori di cui questo è lo strumento principale.
Noi tutti siamo un po' esploratori, del mondo che ci circonda, dell'animo umano, dei pensieri. I giovani lo sono in modo particolare.
Esplorare: cercare di conoscere - osservare attentamente - percorrere ed esaminare un territorio sconosciuto.
Chi come me ha una "certa età", ha conosciuto ed esplorato buona parte del territorio della vita, e nella sua mappa personale ha segnalato i punti più pericolosi del percorso, gli ostacoli che di volta in volta si sono presentati.
Come pure ha segnalato i luoghi ed i momenti più belli, posti nei quali è piacevole tornare a fermarsi nel corso della vita.
Per i giovani non è così, essi si affacciano incerti su questo territorio a loro sconosciuto e pieno di pericoli, ma anche di cose belle ma rimangono perplessi, disorientati, quasi spaventati da tutto ciò che è davanti a loro, a volte vi si avventurano da soli senza una direttiva, senza una guida.
Nel libro di Numeri capitolo 13 versi 17-20 leggiamo degli esploratori che Mosè mandò nella terra di Caanan. Ci sono una serie di domande che vengono poste loro: come è il paese, come sono le città, come è la gente, com'è la terra?
Queste sono le domande che pressapoco ci poniamo o ci vengono poste similmente dalle circostanze e dalle situazioniche affrontiamo quotidianamente, a scuola, con gli amici, a lavoro o in famiglia, e ogni volta siamo chiamati a fare delle scelte di percorso al termine del quale ci sarà un resoconto.
Numeri 13:25-26 ...fecero un resoconto... c'è chi parla delle proprie esperienze con i propri genitori, chi ne parla con l'amica o l'amico del cuore e c'è chi scrive il resoconto in un diario...
In questo resoconto c'è sempre il nostro punto di vista della scoperta fatta, delle nostre emozioni, le nostre anzie o paure, la nostra gioia.
Ed il nostro punto di vista se non confrontato con una guida esperta può indurci a distorcere la reale portata della scoperta, portandoci ad errori di valutazioni che poi possiamo pagare.
Gli esploratori di Mosè avevano visto il paese, lo avevano esplorato in lungo e in largo, era un paese dalla buona terra e buoni frutti, ma c'erano anche i "giganti", i pericoli. Il loro punto di vista nel resoconto diverge nelle valutazioni, tutti avevano visto la stessa cosa ma riportano valutazioni diverse per molti di loro negative, per due di loro invece... !
La chiave di lettura è nel presupposto che Mosè aveva chiesto a tutti gli esploratori "siate coraggiosi" verso 20, coraggiosi proprio come Caleb e Giosuè, 2 giovani esploratori lo sono stati!
Perchè ci vuole coraggio ad essere credenti laddove gli altri non lo sono, coraggio nel mostrare la propria fede laddove e necessario, coraggio nell'esporre con franchezza il punto di vista di Dio! Giosuè e Caleb non avevano permesso alle loro emozioni di prendere il sopravvento nel valutare le circostanze.
Nè ansia, nè paura, ne superficialità, ma un reale spirito di ubbidienza al proprio Dio che gli ha permesso di vedere le circostanze dal "Suo" punto di vista, ricevendo in premio la promessa.
Giovani esplorate "il territorio della vita" che sta davanti a voi con coraggio e portando ifrutti. Certamente lungo il percorso troverete difficoltà, ci saranno "città fortificate" incontrerete "i giganti". Ma se avete lo spirito giusto l'altro spirito che animava Caleb e Giosuè, se l'ago della vostra bussola -il vostro sguardo- sarà puntato su Gesù, autore e compitore della vostra fede, certamente otterete le promesse. Alleluia!
Enrico Marzoni
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