"....aaaah se non fosse per i pastori italiani! Bisogna dare spazio ai giovani". Sicuramente è un messaggio politicamente efficace, anche perchè trae le radici del suo successo nel retaggio culturale anni '70 che fece della sua bandiera il conflitto generazionale tra vecchio e nuovo, dove il giovane-figlio era il nuovo, e l'adulto-genitore il vecchio. Ma in realtà ben più in profondità le radici di questa forma mentis affondano nella cultura evoluzionista illuminista (proprio quella della scimmia che diventa homo sapiens), in cui le "nuove" forme di vita evolute sarebbero per definizione migliori delle "vecchie" non ancora evolute. Un'altra potente fortezza culturale da cui trae forza questo messaggio la si individua nel tecnologismo dove, fin dalla rivoluzione industriale, il "nuovo modello" è sempre da considerarsi migliore del "vecchio modello", così come oggi la versione "updatata" di un software è sempre da considerarsi migliore di quella "outdata".
Vogliamo una dimostrazione di quanto l' impostazione del "nuovo" destinato ad eclissare il "vecchio" sia pregiudizialmente considerata in senso migliorativo? Avete mai sentito parlare in politica di progressisti e conservatori? A quale delle due categorie attribuiamo istintivamente l'accezione positiva? Ai progressisti ovviamente! E perchè? Perchè il progresso che innova per definizione è da considerarsi migliore del vecchio che conserva.
Tale impostazione evolutiva la si ritrova perfino riprodotta nella Chiesa Cattolica, la quale, per giustificare forme di pratica e culto religiosi estranei al cristianesimo originario come il culto mariano e compagnia bella, afferma che il cristianesimo primitivo da massa informe e incompleta (il seme) si sia evoluto nella forma moderna e completa (l'albero). Peccato però che da un seme di melo ne abbiano tratto fuori un albero di pero... ma questo è un altro discorso.
Sta di fatto che "rivoluzione giovanile e rottamazione del vecchio" viene quasi istintivamente percepita come "giusta" da un ragazzo, non per la forza della Parola di Dio, ma per la forza della parola dell'uomo derivante da questi "imperi culturali" che al cristianesimo non è che vogliano un granchè bene.
Ma cosa dicono le Scritture circa ciò che è nuovo e ciò che è vecchio? Sentiamo cosa dice Gesù.
Luca 5:33 Allora essi gli dissero: «Perché i discepoli di Giovanni e anche quelli dei farisei digiunano spesso e fanno preghiere, mentre i tuoi mangiano e bevono?». Ed egli disse loro: «Potete voi far digiunare gli intimi amici dello sposo, mentre lo sposo è con loro? Ma verranno i giorni in cui lo sposo sarà loro tolto e allora, in quei giorni, digiuneranno». Inoltre disse loro una parabola: «Nessuno cuce un pezzo di un vestito nuovo sopra un vestito vecchio; altrimenti si trova con il nuovo strappato, e il pezzo tolto dal nuovo non si adatta al vecchio. E nessuno mette vino nuovo in otri vecchi; altrimenti il vino nuovo rompe gli otri, ed esso si spande e gli otri vanno perduti. Ma bisogna mettere il vino nuovo in otri nuovi, così tutti e due si conservano. Nessuno poi, avendo bevuto del vino vecchio, ne vuole subito del nuovo, perché egli dice: "Il vecchio è migliore"».
Ad una prima lettura si dirà che questo passo smentisca tutto ciò che è stato scritto finora, ma in realtà lo conferma.
Infatti i farisei, da un punto di vista cronologico per divenire quell'otre vecchio, quel vino vecchio, avevano aggiunte cose nuove o cose vecchie? I farisei avevano aggiunte, rispetto al comandamento di Dio che era vecchio, cose nuove. Vediamo:
Marco 5:8 Poi i farisei e gli scribi gli domandarono: «Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli anziani, ma prendono il cibo senza lavarsi le mani?». Ma egli, rispondendo, disse loro: «Ben profetizzò Isaia di voi, ipocriti, come sta scritto: "Questo popolo mi onora con le labbra, ma il loro cuore è lontano da me. Ma invano mi rendono un culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini". Trascurando infatti il comandamento di Dio, vi attenete alla tradizione degli uomini: lavatura di brocche e di coppe; e fate molte altre cose simili».
I farisei per diventare quell'otre vecchio avevano aggiunto cose che agli uomini risultavano "nuove" rispetto al "vecchio" comandamento di Dio. Prima era venuto il "vecchio" comandamento di Dio che era buono e poi il "nuovo" comandamento di uomini che era cattivo. Ma Gesù nella parabola definisce quindi nuovo il vecchio e vecchio il nuovo.
Nel Regno di Dio quindi, non si può discernere la natura buona o cattiva delle cose a seconda che ci sembrino nuove o vecchie, ma se queste procedano dal Regno di Dio oppure no.
Matteo 13:52 Ed egli disse loro: «Perciò ogni scriba ammaestrato per il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che trae fuori dal suo tesoro cose nuove e vecchie»
Noi siamo cristiani e non ci interessa se sia cosa nuova o vecchia, che appaia progressista o conservatrice ma che proceda da Dio.
Ecco quindi che "....aaaah se non fosse per i pastori italiani! Bisogna dare spazio ai giovani" si dimostra alla luce della Parola di Dio un'enunciazione senza alcun valore costituitosi in essa ed un semplice luogo comune che attinge la sua forza non dalla cultura e dal "culto di Dio", ma dalla cultura e dal "culto dell'uomo", meritandosi quindi a pieno titolo d'essere il primo ad ottenere degna sepoltura nel cimitero dei luoghi comuni, che oggi ufficialmente apre i battenti su questo sito e che offrirà varie occasioni di partecipazione a future cerimonie, in onore di altri soggetti meritevoli di celere tumulazione.
29 gennaio 2013
Alessandro Lilli
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