Era la primavera del 1965 quando sentii risuonare questa frase nel quartiere dove abitavo. No, non si trattava di un nuovo sbarco di liberazione territoriale, ma semplicemente della nuova proprietà di un cinema, il "Marconi", situato al centro del nostro quartiere, da sempre unico punto di riferimento e di svago per gli abitanti di questa parte di periferia romana fatta di palazzoni di edilizia detta pomposamente "residenziale", ma di fatto abitata da operai e modesti impiegati, fin dal 1955 anno della sua costruzione.